venerdì 13 gennaio 2012

Luciano Chiarugi

(Ponsacco, 13 gennaio 1947) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo ala. Caratteristiche tecniche - Chiarugi era un'ala di notevole velocità (uno dei suoi soprannomi era La Freccia di Ponsacco) e dall'ottimo controllo di palla, capace di dribblare l'avversario, di concludere facilmente a rete o di fornire assist per gli attaccanti. Veniva considerato per il suo estro un giocatore atipico, tanto da essere soprannominato "Cavallo pazzo". Nonostante fosse mancino, veniva spesso utilizzato sulla fascia destra; era inoltre uno specialista delle punizioni. Chiarugi venne spesso accusato di essere un simulatore, in particolare dall'arbitro internazionale Alberto Michelotti, che definì le cadute in area dei calciatori italiani con il termine "chiarugismo". Giocatore - Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, per la quale faceva il raccattapalle allo Stadio Comunale di Firenze,[2] esordisce in Serie A il 30 gennaio 1966, nel campionato 1965-1966, con la partita Brescia-Fiorentina, terminata 1-2; all'epoca, la squadra viola era allenata da Giuseppe Chiappella, che lo considerava il sostituto di Kurt Hamrin. Dalla stagione successiva comincia a giocare con più continuità, venendo spesso spesso affiancato a Mario Brugnera; i due, insieme ad Hamrin, fecero 21 gol in quel campionato. Nella stagione 1968-69, divenne campione d'Italia con la Fiorentina, siglando, l'11 maggio 1969, la rete della conquista automatica del campionato contro la Juventus; nonostante l'allenatore Bruno Pesaola spesso gli preferisse Maraschi e Rizzo, Chiarugi segnò comunque 7 reti in 18 partite giocate, secondo marcatore dei Viola in campionato. La stagione successiva ebbe maggior spazio, e segnò 12 reti; le sue ottime prestazioni spinsero Ferruccio Valcareggi a convocarlo in nazionale. Chiarugi venne accusato di aver favorito Emiliano Macchi, suo nipote che giocò insieme a lui nella Fiorentina, per motivi di parentela. Dopo sette stagioni in Viola, passò nel 1972, per 400 milioni di lire, al Milan, società con la quale vinse la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe 1972-1973 realizzando su punizione la rete decisiva nella finale disputata a Salonicco il 16 maggio 1973 contro il Leeds United. Nella stessa stagione segnò 12 reti, eguagliando il suo personale record della stagione 1969-1970. Dopo quattro anni a Milano, Chiarugi passò al Napoli nell'estate 1976, scambiato con Giorgio Braglia. Con i partenopei si aggiudicò una Coppa di Lega Anglo-italiana. Nelle due stagioni napoletane Chiarugi segnò 6 reti in 34 incontri. Giocò poi nella Sampdoria, in Serie B, e nel Bologna, per poi uscire progressivamente dal grande calcio con le maglie di Rimini, Rondinella e Massese, club con cui chiuse la carriera nel 1985, all'età di 38 anni. Nazionale - Esordì in Nazionale il 22 novembre 1969, a Napoli, nella gara di qualificazione ai Mondiali del 1970 contro la Germania Est; la partita terminò con il risultato di 3-0 per gli Azzurri. In totale, le presenze con la nazionale maggiore sono 3; l'ultima partita giocata con la maglia azzurra si tenne il 29 dicembre 1974, contro la Bulgaria, incontro terminato 0-0. Allenatore - Dopo il suo ritiro come giocatore nel 1986, Chiarugi entrò a far parte del settore giovanile della Fiorentina, diventando allenatore della Primavera. Nella stagione 1992-1993, in coppia con Giancarlo Antognoni, fu chiamato a sostituire, nelle ultime cinque giornate di campionato, Aldo Agroppi nella panchina viola; tuttavia i due non riuscirono ad evitare la retrocessione in Serie B della squadra dopo 54 stagioni consecutive nella massima serie.[ Dopo questa esperienza, tornò ad allenare la Primavera della Fiorentina, con la quale arrivò in finale nel Torneo di Viareggio 1994. Con la squadra giovanile toscana ha vinto inoltre una Coppa Italia Primavera nel 1995-1996, ottenuta battendo in finale il Torino per 2-1. Nel febbraio 2001 allenò nuovamente per una partita la prima squadra viola, subentrando a Fatih Terim nella 21ª giornata nell'incontro del 4 marzo Bari - Fiorentina, terminato 2 - 1; dopo questo incontro lasciò la panchina viola a Roberto Mancini, del quale fu allenatore in seconda. Nella stagione successiva, dopo le dimissioni di Mancini, fu nuovamente allenatore della prima squadra, lasciando poi il posto a Ottavio Bianchi. Riprese nuovamente il ruolo fino al termine della stagione, nella quale la squadra retrocesse nuovamente e venne dichiarata fallita. Dal novembre 2007 è stato allenatore del Poggibonsi, club di C2, fino all'esonero avvenuto nel settembre 2008.

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