sabato 21 gennaio 2012

Joseph Nicolosi

Joseph Nicolosi (21 gennaio 1947) è uno psicologo clinico statunitense, noto esclusivamente per le sue discusse teorie riparative dell'omosessualità, considerate comunque prive di fondamento scientifico dai principali enti di ricerca in ambito psicologico, tra i quali l'American Psychiatric Association. Si è laureato alla California School of Professional Psychology. È il fondatore e direttore della Thomas Aquinas Psychological Clinic di Encino (California). Nicolosi è noto per la sua attività in qualità di presidente della National Association for Research and Therapy of Homosexuality (NARTH, "Associazione Nazionale per la Ricerca e Terapia dell'Omosessualità") e per essere uno dei pochi promotori delle terapie cosiddette "riparative". Ha descritto le sue teorie in Omosessualità maschile: un nuovo approccio e altri libri. Nicolosi ritiene sulla base dei suoi studi e della sua esperienza professionale che l'omosessualità sia il prodotto di una condizione che descrive come "carenza di identità sessuale" causata da una alienazione da individui dello stesso sesso del soggetto La terapia riparativa -
Negli ultimi quindici anni ha focalizzato il suo lavoro intorno alla terapia riparativa, il cui scopo è quello di invertire l'orientamento sessuale dei pazienti omosessuali rendendoli quindi eterosessuali. Nicolosi parla di terapia "riparativa" in quanto sostiene che le persone che presentano un orientamento omosessuale siano in realtà eterosessuali nei quali la naturale sessualità è stata deviata o impedita durante lo sviluppo da dinamiche psicologiche parentali. Riprende il filone dell'origine patologica dell'omosessualità come devianza cresciuta all'interno di un contesto familiare (famiglia triadica), non favorevole alla crescita psicologica della persona: l'omosessualità sarebbe una sorta di immaturità affettiva dovuta a una carenza o ad una eccessiva dominanza dell'affettività verso una delle figure genitoriali. La terapia riparativa è stata aspramente contestata dal mondo gay, in quanto vista come uno strumento che aiuta la diffusione dell'omofobia contribuendo a perpetrare un pregiudizio negativo sull'omosessualità, e da diversi professionisti ed associazioni che operano nel campo della salute mentale. Nicolosi, d'altra parte, sostiene di non considerare necessariamente l'omosessualità in sé come una malattia[senza fonte], ma di offrire semplicemente una terapia volta a sanare la condizione di egodistonia di quegli omosessuali che non desiderano accettare lo "stile di vita gay" propinato, a suo dire, dalle associazioni gay attraverso le terapie affermative - posizione comune a molti specialisti che nel corso del Novecento hanno proposto terapie simili - ma allo stesso tempo afferma anche di non aver mai incontrato omosessuali egosintonici, a sua impressione, realmente contenti della propria omosessualità. La posizione della comunità scientifica - Per approfondire, vedi la voce Terapia di conversione#La posizione della comunità scientifica. Le teorie che stanno alla base della terapia non sono accettate dalla comunità scientifica, la quale non ha mai trovato prove che attestino l'efficacia del trattamento. Organismi come l'American Psychological Association e l'American Psychiatric Association hanno espresso le proprie perplessità al riguardo. Nel 2009, il Royal College of Psychiatrists ha dichiarato che "condivide le perplessità dell'American Psychiatric Association e dell'American Psychological Association, riguardo al fatto che le posizioni esposte da parte di organismi come l'Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell'omosessualità (NARTH) negli Stati Uniti non sono supportate dalla scienza. Non vi è alcuna prova scientifica che l'orientamento sessuale possa essere cambiato. Inoltre, i trattamenti raccomandati dal NARTH creano un contesto in cui il pregiudizio e la discriminazione possono prosperare", ed ha aggiunto che "la miglior prova di efficacia di ogni trattamento viene da studi clinici casuali e non come quelli effettuati in questo campo". Per quanto riguarda l'Italia, le terapie riparative promosse da Nicolosi sono state oggetto di una presa di posizione dell'Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani che, rifacendosi ai principi del proprio Codice deontologico, ha espresso una valutazione per cui "lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona", perché andrebbe contro i principi espressi dal Codice Deontologico degli Psicologi, non essendo dimostrato in modo scientifico ed inconfutabile che l'omosessualità sia di per sé una psicopatologia.

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