lunedì 18 febbraio 2008

Il mistero Encelado


Pur essendo piccolissimo ha un’atmosfera.
Ed è più caldo al polo sud che all’equatore!

Le ultime scoperte su questo satellite di Saturno destano nuovi interrogativi.
Freddo e lontano com’è, da dove arriva il calore che alimenta i suoi geyser?

In questo minisatellite si celerebbe un vulcano radioattivo.

È piccolo, cristallino, molto attivo, ha un’atmosfera debolissima...e nasconde un mistero. È Encelado: una delle lune minori di Saturno, recentemente sorvolato dalla sonda Cassini e già noto come il corpo più “bianco” del sistema solare. La sua superficie, infatti, è completamente coperta di ghiaccio e riflette quasi il 100% della luce che la colpisce.
Encelado era stato fotografato negli anni ’80 dalla sonda Voyager, che aveva scoperto una superficie molto varia: alcune zone erano butterate da grandi crateri, larghi fino a 35 Km, altre erano invece liscie, come appena formate. Una possibile spiegazione è che, negli ultimi milioni di anni, il calore interno abbia di tanto in tanto fatto fondere la crosta ghiacciata cancellando i fenomeni geologici precedenti. L’attuale crosta non deve avere più di 100 milioni di anni.

Tracce di unghiate
Durante l’ultimo sorvolo di Cassini, lo scorso luglio, gli strumenti di bordo hanno rilevato che al polo sud del satellite la temperatura arriva anche a -160°C. “È come se l’Antartide fosse più caldo dell’equatore terrestre. C’è davvero qualcosa di anomalo su quel satellite” ha detto Carolyn Porco dell’Imaging Team dello Space Sience Institute di Boulder (Usa).
Poiché non è possibile che il riscaldamento sia legato a una diversa insolazione tra il polo sud ed il resto della piccola luna, il calore deve arrivare dall’interno.
Le immagini scattate da Cassini mostrano inoltre che al polo sud il ghiaccio è segnato da gigantesche “unghiate”. Queste tracce non avrebbero più di 1.000 anni: pochissimo in termini astronomici. Sia chiaro: le “unghiate” non sono state inferte da un supergatto cosmico. Sono infatti fratture lunghe circa 130 Km e larghe 40 Km, e da esse fuoriescono geyser che emettono vapore acqueo.

Un mare di vapore
Da qualche parte in profondità, c’è quindi una stufa naturale che fonde, almeno parzialmente, il ghiaccio superficiale. Ma dov’è la sorgente di calore? E che cos’è?
“È questo il mistero” commenta Porco. “Anche perché il satellite più vicino a Encelado, Mimas, simile anche come dimensioni, è completamente morto”.
Bonnie Buratti, che fa parte del gruppo di ricercatori che segue Cassini, ha tuttavia avanzato una possibile spiegazione: la presenza di un mantello di minerali radioattivi nell’area sotto il polo sud.
Poi ci penserebbe la forza di gravità di Saturno e di altri satelliti maggiori ad attrarre il vapore in superficie, come per un effetto marea, producendo con l’andar dei secoli le fratture che noi vediamo come “unghiate”. A contatto con l’esterno, poi, il vapore ghiaccia in particelle che sono state analizzate dagli scienziati. “Le analisi dicono che vi è un continuo apporto di cristalli di ghiaccio da sotto la superficie di Encelado, tant’è che i più recenti hanno appena qualche anno” spiega Buratti.
Sarebbe proprio questo vapore a fornire a Encelado la sua atmosfera, miliardi di volte più sottile di quella terrestre. La debolissima gravità del satellite, infatti, non potrebbe trattenere alcun tipo di atmosfera. Uno strumento di Cassini, lo spettrometro, ha scoperto che l’atmosfera è composta al 65% di vapore acqueo, al 20% di idrogeno e per il resto di anidride carbonica e azoto. Proprio questo ha condotto a un’altra sorprendente conclusione: gli stessi geyser hanno dato vita anche all’anello di Saturno, chiamato “anello E”, al cui interno ruota Encelado.
Se queste ipotesi venissero confermate dal prossimo sorvolo di Cassini (nel 2008), Encelado risulterebbe il quarto oggetto del sistema solare ad avere vulcani attivi, dopo la Terra, un satellite di Giove, Io, e Tritone, luna di Nettuno.
Luigi Bignami
Focus





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