mercoledì 26 ottobre 2011

Alberto Franceschini

Alberto Franceschini (Reggio Emilia, 26 ottobre 1947) è un ex terrorista italiano, fondatore ed esponente di spicco delle Brigate Rosse assieme a Renato Curcio, Margherita Cagol e Mario Moretti. Franceschini fu uno dei brigatisti che ricusarono la propria adesione agli ideali del movimento e usufruirono di cospicui sgravi di pena come dissociati. Nasce da una famiglia di tradizione comunista. Il padre Carlo fu arrestato per attività antifascista durante il ventennio, il nonno fu, nel 1921, uno dei fondatori del Partito Comunista d'Italia; entrambi parteciparono alla resistenza contro il fascismo. Questa sua origine familiare facilita la sua entrata in politica. Entra in politica giovanissimo nelle file della FGCI, da cui fu deluso a seguito degli scontri con il servizio d'ordine del PCI in una manifestazione nel 1969 contro la base NATO di Miramare di Rimini. Dopo una serie di ulteriori incomprensioni si dimise dal partito. In seguito fondò a Reggio Emilia il CPOS, Collettivo Politico Operai Studenti, gruppo a cui appartengono anche i futuri brigatisti rossi Lauro Azzolini, Fabrizio Pelli, Franco Bonisoli e Prospero Gallinari. Il gruppo ebbe contatti con il gruppo milanese che ruotava attorno a Renato Curcio, e nel 1970 crearono un gruppo congiunto denominato "Sinistra Proletaria". Si trasferì a san bonifacio(vr) per un impegno più attivo. Nel novembre 1969 partecipa al convegno di Chiavari. Stando a quanto riportato da Giorgio Galli, all'Hotel Stella Maris di Chiavari, di proprietà di un istituto religioso, si riunirono una settantina di appartenenti al Collettivo politico metropolitano di Milano. Tra di loro ci sono molti di coloro che - nell'anno successivo - fondano le Brigate Rosse. L'anno successivo, settembre 1970, si tiene il Convegno di Pecorile nel quale fu deciso il passaggio alla lotta armata. Nel febbraio del 1971 non si presentò al servizio militare di leva e iniziò la clandestinità. Fu il primo brigatista ufficialmente latitante. A Milano, nel 1970, aderisce alla lotta armata e fonda con Renato Curcio le BR, divenendone uno dei leader. Partecipò al rapimento e sequestro del giudice Mario Sossi, sequestrato a Genova il 18 aprile 1974 e rilasciato a Milano il 23 maggio dello stesso anno. Il giudice ha recentemente rifiutato di incontrarsi con lui. Il 17 giugno del 1974, le BR assassinarono nella sede del Movimento Sociale Italiano in via Zabarella a Padova, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Nel settembre dello stesso anno è arrestato a Pinerolo assieme a Renato Curcio in seguito ad una iniziativa di Silvano Girotto, detto "Frate Mitra", che per ragioni ideologiche aveva deciso di servirsi dei carabinieri per fermare le Brigate Rosse. All'arresto sfugge Mario Moretti, l'altro membro della "direzione strategica", che diventerà il capo delle Br. Franceschini viene condannato a oltre sessant'anni di carcere per costituzione di banda armata, sequestro, oltraggio e rivolta carceraria. Nel 1983 si dissocia dalla lotta armata senza avere a carico reati di omicidio. Lascia il carcere nel 1992, dopo 18 anni di reclusione. Oggi lavora a Roma presso l'Arci. Recentemente ha avuto una audizione presso la "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi". Sui fatti avvenuti fino al suo arresto ha parlato per conoscenza diretta, sui fatti avvenuti successivamente ha parlato come persona informata e per induzione. Nel 2002 Silvano Girotto, "frate Mitra", che l'aveva fatto arrestare nel 1974 a Pinerolo assieme a Renato Curcio, gli chiede un incontro per riconsiderare in modo sereno quanto era avvenuto quasi trent'anni prima. Franceschini accetta ed allaccia da allora rapporti amichevoli con l'ex nemico acerrimo. Un'intervista realizzata per Studio Aperto nel marzo del 2007 in via Fani nel luogo del rapimento di Aldo Moro e dell'uccisione della sua scorta ha provocato diverse polemiche, tra cui un intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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