Una scoperta finora senza precedenti compiuta sulle Dolomiti, a Cortina, da studiosi dell’Università di Padova
Fossili di 220 milioni di anni
In gocce d’ambra microrganismi simili alle specie oggi esistenti
Sono i microrganismi fossili più vecchi mai trovati finora all’interno di gocce di ambra, quelli scoperti in Italia, a Cortina d’Ampezzo sulle Dolomiti: hanno 220 milioni di anni, quindi ri-salgono all’epoca in cui si stavano e-volvendo i primi dinosauri, secondo quanto riferisce il paleontologo Ale-xander Schmidt in una intervista al quotidiano Berliner Zeitung.
Schmitd ha raccontato al gior-nale berlinese la scoperta finora senza precedenti compiuta da studiosi dell’università di Padova e appena presentata sulla rivista scientifica an-glosassone Nature da Eugenio Ragaz-zi, Olimpia Coppellotti e Guido Roghi dell’università di Padova in collabora-zione appunto con Alexander R. Schmitd dell’università di Berlino.
“In milioni di anni non ci sono stati cambiamenti” racconta al giorna-le l’esperto tedesco, secondo il quale i microrganismi conservati in gocce di ambra sono simili in maniera stupefa-cente alle specie ancora oggi esisten-ti.
I paleontologi italiani, secondo quanto ha raccontato Schmitd, erano andati a raccogliere sulle pareti sco-scese delle Dolomiti campioni di strati geologici emersi che si ritiene risalga-no al periodo triassico, un’era geolo-gica compresa tra 250 e 200 milioni di anni fa. Essi hanno preso prove di ter-reno ogni dieci centimetri, ma solo in laboratorio hanno scoperto che si trattava di ambra, cioè di resina fossi-lizzata, uscita sulla corteccia esterna degli alberi, caduta sul terreno dopo essersi indurita, sepolta dai sedimenti e dagli sconvolgimenti del terreno per milioni di anni. “Il reticolato rimasto sulla superficie esterna permette di capire che l’indurimento è avvenuto sulla corteccia” ha detto lo scienziato.
A occhio nudo, sulle pareti do-lomitiche, le gocce di ambra non si ri-conoscono, racconta Schmidt che ad ottobre scorso è andato sul posto a vedere dal vivo questa meraviglia del-la natura.
In laboratorio è stato invece possibile appurare che le gocce di ambra, grandi al massimo cinque mil-limetri, al loro interno hanno catturato e perfettamente conservato i piccoli campioni del microcosmo di 220 mi-lioni di anni prima della comparsa dell’umanità, che si trovava in quel momento sulla corteccia molto umida.
La datazione dell’ambra è avve-nuta grazie hai fossili del periodo triassico, trovati nel materiale roccio-so sopra e sotto i campioni raccolti. Sopratutto fossili di ammoniti (mollu-schi cefalopodi marini da tempo estin-ti) e polline, ha detto Schmitd.
Le gocce di ambra delle dolomiti contengono microrganismi simili a quelli che ai giorni nostri si riscontra-no in batteri, alghe, protozoi e funghi. Un mondo fossilizzato che è riuscito a sopravvivere a tutti gli sconvolgimenti della Terra, una sorte non toccata ai dinosauri che all’epoca avevano appe-na cominciato la loro evoluzione e poi invece si sono estinti 65 milioni di an-ni fa.
Da “L’Arena di Verona” 3 marzo 2007
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