lunedì 5 dicembre 2011

Egberto Gismonti

(Carmo, 5 dicembre 1947) è un compositore e polistrumentista brasiliano. Figlio di una siciliana e di un libanese, Gismonti iniziò a suonare il pianoforte all'età di sei anni. Dopo aver studiato musica classica per 15 anni, si trasferì a Parigi per studiare orchestrazione ed analisi con Nadia Boulanger, composizione con Jean Barraqué, un discepolo di Schoenberg e Webern. Tornato in Brasile, passò un lungo periodo presso gli indios Xingù, presso i quali apprese l'utilizzo del loro flauto. Dopo questa esperienza, Gismonti cominciò a vedere davanti a sé una realtà più ampia del mondo della musica classica che aveva conosciuta sino ad allora. Era attratto dalle idee compositive di Ravel ma anche dal "cavaquinho", uno strumento a corde della musica popolare brasiliana, per certi versi simile alla chitarra. Gismonti ebbe inoltre altre influenze musicali dal jazz, dal choro, dalla bossa nova, dal rock e dalla musica classica brasiliana di Heitor Villa-Lobos. Negli anni settanta, si dedicò allo studio della chitarra, cominciando con il classico strumento a sei corde e passando ad una chitarra ad otto corde nel 1973, e successivamente a dieci corde. Passò due anni sperimentando diverse accordature dello strumento e ricercando nuove sonorità, ricorrendo all'uso del flauto, kalimba, sho, voce, campane, ecc. Durante la prima metà degli anni '70 egli pose dunque le basi per le sua concezione attuale della musica, ascoltando e traendo ispirazione da musicisti molto diversi tra loro, come ad esempio Django Reinhardt e Jimi Hendrix, avvalorando così la tesi dell'assenza di contraddizione tra musica "popolare" e "seria". Tra le sue collaborazioni si segnalano quelle con Pedro Aznar, Charlie Haden, Naná Vasconcelos e Hermeto Pascoal.

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