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sabato 3 marzo 2012
Paolo Magelli
(Prato, 3 marzo 1947) è un regista teatrale e direttore artistico italiano.
Dal 2010 è il direttore artistico del Teatro Metastasio Stabile della Toscana.
Nato a Prato, ha studiato teatrologia e slavistica.
Non ancora ventenne entra a far parte del Teatro Studio del Teatro Metastasio di Prato. Diventa assistente di Giorgio Strehler e suo collaboratore nella stesura del testo sulla ormai famosa riforma del teatro toscano prima, e del Teatro italiano poi. Due proposte destinate alla sepoltura: la prima nei cassetti di Palazzo Medici Riccardi e la seconda a Montecitorio. Magelli, come la maggior parte del gruppo storico del Teatro Studio, lascia Prato alla fine del 1973.
Nel 1974 inizia a Belgrado, al Teatro Nazionale prima e all'Atelier 212 poi, un lavoro che lo porterà a collaborare con tutti i grandi centri della ex Jugoslavia guadagnandosi numerosissimi premi (a Sarajevo, Zagabria, Ljubljana, Belgrado, Spalato, Skopje, Dubrovnik). A partire dalla metà degli anni settanta collabora con il Festival di Bitef, all'epoca centro dell'avanguardia europea, dove incontra artisti che ancora sono sconosciuti in occidente, Bob Wilson, Efros, Wisotzkiji, Ljubimow, Pina Bausch, Kreicha, Pintilie, Antoine Vitez, e vecchie conoscenze come Julian Beck, Judith Malina, Peter Zadek, Benno Besson.
Gli spettacoli di Magelli cominciano a girare l'Europa. Al premio Roma Gerardo Guerrieri porta Hotel Bellevue di Horvath che inizia una lunga tournèe in Europa (Vienna, Berlino, Budapest, Stoccolma) mentre Il Gabbiano con l'allora giovanissimo Miki Manojlovic trionfa a Mosca. Agli inizi degli anni ottanta, grazie ai Giganti della montagna che vengono replicati a Parigi per 40 giorni in serbo, Paolo Magelli comincia a lavorare intensamente a Parigi, creando così un legame con la Francia che non si scioglierà mai e che lo porterà non solo a mettere in scena in quel paese, ma anche a recitare in francese in alcuni spettacoli. Nel 1985 Magelli lascia Belgrado e si trasferisce a Zagabria, continuando la spola con la Francia. In Croazia inizia il discorso sul nazionalismo, Nazione di Sternheim, quattro testi Le mutande, Lo snob, 1913 e Il Fossile del grande drammaturgo tedesco, dodici atti, uno spettacolo che dura 7 ore e mezzo, messo in scena al Teatro ZKM, dove nel frattempo Magelli è diventato direttore artistico. Le polemiche arroventano gli ambienti intellettuali e politici jugoslavi perché lo spettacolo denuncia i legami del nazionalismo con la guerra, in un paese che la sta già preparando. Dopo Nazione (1987) è il turno di I giorni pazzi (prima parte Le Nozze di Figaro di Beaumarchais e seconda Il divorzio di Figaro di Horvath che in un certo senso annuncia il crollo del comunismo). Altre polemiche. Dopo alcune messinscene in vari paesi europei rientra in Croazia e mette in scena la trilogia sulla guerra, utilizzando i testi di un autore che considera il grande amore della sua vita, Euripide. Mette in scena Le Fenici (1987) in un castello di Dubrovnik, Elettra (1988) in un paese rinascimentale abbandonato sulla montagna Spalatina, e Helena in una villa in riva al mare a Spalato. È il 1990. "Helena" accade sette anni dopo la fine della guerra di Troia, ma in Jugoslavia la guerra deve ancora cominciare. Nel 1989 è invitato a collaborare stabilmente come regista a Wuppertal, al teatro di Pina Bausch dove rimarrà fino al 1995 realizzandovi una dozzina di spettacoli. L'inizio della guerra lo sorprende a Zagabria mentre lavora a Fede speranza e carità di Horvath, che sarà rappresentato a mezzogiorno a causa dell'oscuramento. Magelli sarà costretto a terminare La grande magia di De Filippo a Pola perché Zagabria viene bombardata a più riprese. Ben presto entra in conflitto con il regime di Tudjman, contro il suo nazionalismo, e firma un documento a favore della Bosnia e per i diritti dei Serbi in Croazia. Entra a far parte di organizzazioni umanitarie che il regime vorrebbe sopprimere. Viene escluso dalla vita teatrale croata. Lavora in Francia, Germania, Svizzera, Belgio. Nel 1995 (dopo tre anni d'interdizione) decide di andare di nuovo in scena a Zagabria, senza chiedere il permesso a nessuno. Nel foyer semidistrutto del Teatro Gavella realizza Il giardino dei ciliegi, finanziandosi autonomamente. Lo spettacolo è un trionfo. Nel 1996 Magelli trasferisce il proprio domicilio tedesco da Wuppertal a Vienna, e inizia a lavorare a Budapest rientrando anche in Croazia (a Zagabria e a Spalato). I suoi spettacoli riprendono a girare l'Europa e il mondo. Con lo spettacolo Tre sorelle vince il gran premio al Festival di Sarajevo, il primo dopo la guerra. È una emozione senza fine. Lavora a Caracas, Mexico City, Bogota. Nel 2000 in occasione dell'anniversario delle Crociate, lavora con il Teatro Nazionale Palestinese di Ramallah e con i teatri israeliani di Tel Aviv, Akko e Haifa. Sarà l'ultimo incontro fra attori palestinesi e israeliani. Lo segue nel progetto Goran Bregovic con tutta la sua orchestra. A Rennes Magelli mette in scena e recita L'utopia affatica le lumache, che sarà un grande successo francese. Nel 2003 si trasferisce da Vienna a Dresda, dove lavorerà stabilmente allo Staatsschauspiel fino al 2009.
Nel 2005 porterà in scena Un mese in campagna di Turgenjev al Teatro Metastasio di Prato, uno spettacolo che già tutta l'Europa ha visto, e per la prima volta rientra a Prato. In occasione di questo ritorno a Prato, Magelli è invitato a fare una regia, così nasce Animali nella nebbia, cui farà seguito al Fabbricone Orchestra Titanic nel quadro di un progetto denominato Cantiere disperazione.
Nel giugno 2010, dopo essere stato nominato professore straordinario all’Accademia d’Arti Sceniche dell’Università degli Studi di Zagabria, diventa direttore artistico del Teatro Metastasio Stabile della Toscana.
Paolo Magelli ha messo in scena più di 120 spettacoli nei seguenti paesi: Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Ungheria, Palestina, Israele, Columbia, Venezuela, Messico, Croazia, Serbia, Macedonia, Montenegro, Slovenia, Romania e, sporadicamente, Italia.
Ha ricevuto premi a Sarajevo, Novisad, Belgrado, Zagabria, Skopije, Ljubljana, Dusseldorf, Akko, Bogotà, Guanajuato, Maribor ecc.
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