LE RICERCHE
Conferme sulla storicità della Bibbia.
Sodoma e Gomorra dodici anni fa resuscitarono dal Mar Morto e la loro scoperta dettò ulteriori conferme sulla storicità delle Scritture. Ad affermare di aver ritrovato i resti delle due città nella penisola di El-Lisan furono due geologi canadesi, Graham Harris e Anthony Beradow. Secondo i ricercatori, l’area del ritrovamento fu sconvolta da un pauroso terremoto che fece sprofondare un tratto della penisola 4mila anni fa.
Nella genesi Sodoma e Gomorra sono nominate quasi sempre insieme e con Adma, Zeboim e Zoar formano le cinque “città della pianura”. La Bibbia le colloca all’interno di una non mai identificata valle di Siddim che si riteneva fosse localizzata a nord del Mar Morto o, addirittura, nell’area di Gerico. Le città, tranne Zoar, furono distrutte dallo zolfo e dal fuoco per punizione divina per la lussuria ed i vizi contro natura praticati dai loro abitanti. Recenti hanno accertato nella zona le tracce di un disastroso terremoto che superò in intensità i 6 gradi della scala Richter; sisma che avrebbe innescato devastanti incendi per la presenza nell’area di bitume. Un fatto che potrebbe spiegare la descrizione biblica della distruzione delle città come “opera del fuoco scagliato da Dio”. La scoperta di Harris e Beradow divenne presto una “prova archeologica a conferma della Bibbia” che si un’ a quella dell’evento biblico maggiormente documentato: il diluvio. Insomma, un’ulteriore conferma della certezza storica di eventi narrati nella Bibbia che rafforza quanto dichiarato dall’archeologo Nelson Glueck: “Si può affermare categoricamente che nessuna scoperta archeologica abbia mai contraddetto i riferimenti biblici”.
La scoperta dell’archivio di Ebla sul finire degli anni ’70 restituì ulteriori prove sul racconto biblico. Nell’antica città della Siria settentrionale, scoperta da una missione archeologica italiana nel 1964, furono portate alla luce gli archivi reali comprendenti oltre 17mila tavolette d’argilla che riportano iscrizioni risalenti al periodo compreso tra il 2500 ed il 2200 a.C. Queste tavolette oltre a confermare diversi nomi di persone e luoghi presenti nel libro del Genesi narrano anche delle cinque “città della pianura”. In particolare, in una delle tavolette dell’archivio, la numero 1860, vi sono iscritti i nomi delle città citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e Gomorra, e nello stesso ordine. Nelle tavolette è menzionato anche il re Birsha, lo stesso re che Gomorra aveva nel tempo di Abramo. Ulteriori ricerche sulle due città ne hanno rivelato alcune tracce che comprovano sia la loro esistenza che la successiva distruzione.
M.CER.
Da “L’Arena” il giornale di Verona – 2 aprile 2008
Conferme sulla storicità della Bibbia.
Sodoma e Gomorra dodici anni fa resuscitarono dal Mar Morto e la loro scoperta dettò ulteriori conferme sulla storicità delle Scritture. Ad affermare di aver ritrovato i resti delle due città nella penisola di El-Lisan furono due geologi canadesi, Graham Harris e Anthony Beradow. Secondo i ricercatori, l’area del ritrovamento fu sconvolta da un pauroso terremoto che fece sprofondare un tratto della penisola 4mila anni fa.
Nella genesi Sodoma e Gomorra sono nominate quasi sempre insieme e con Adma, Zeboim e Zoar formano le cinque “città della pianura”. La Bibbia le colloca all’interno di una non mai identificata valle di Siddim che si riteneva fosse localizzata a nord del Mar Morto o, addirittura, nell’area di Gerico. Le città, tranne Zoar, furono distrutte dallo zolfo e dal fuoco per punizione divina per la lussuria ed i vizi contro natura praticati dai loro abitanti. Recenti hanno accertato nella zona le tracce di un disastroso terremoto che superò in intensità i 6 gradi della scala Richter; sisma che avrebbe innescato devastanti incendi per la presenza nell’area di bitume. Un fatto che potrebbe spiegare la descrizione biblica della distruzione delle città come “opera del fuoco scagliato da Dio”. La scoperta di Harris e Beradow divenne presto una “prova archeologica a conferma della Bibbia” che si un’ a quella dell’evento biblico maggiormente documentato: il diluvio. Insomma, un’ulteriore conferma della certezza storica di eventi narrati nella Bibbia che rafforza quanto dichiarato dall’archeologo Nelson Glueck: “Si può affermare categoricamente che nessuna scoperta archeologica abbia mai contraddetto i riferimenti biblici”.
La scoperta dell’archivio di Ebla sul finire degli anni ’70 restituì ulteriori prove sul racconto biblico. Nell’antica città della Siria settentrionale, scoperta da una missione archeologica italiana nel 1964, furono portate alla luce gli archivi reali comprendenti oltre 17mila tavolette d’argilla che riportano iscrizioni risalenti al periodo compreso tra il 2500 ed il 2200 a.C. Queste tavolette oltre a confermare diversi nomi di persone e luoghi presenti nel libro del Genesi narrano anche delle cinque “città della pianura”. In particolare, in una delle tavolette dell’archivio, la numero 1860, vi sono iscritti i nomi delle città citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e Gomorra, e nello stesso ordine. Nelle tavolette è menzionato anche il re Birsha, lo stesso re che Gomorra aveva nel tempo di Abramo. Ulteriori ricerche sulle due città ne hanno rivelato alcune tracce che comprovano sia la loro esistenza che la successiva distruzione.
M.CER.
Da “L’Arena” il giornale di Verona – 2 aprile 2008
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