mercoledì 30 luglio 2008

Immagini in movimento anche sui giornali


Immagini in movimento anche sui giornali
Hi-Tech
Inserito da scienzetv il Mar, 29/07/2008 - 11:13

LISBONA, Portogallo -- Siamo abituati a vedere foto sui giornali e video sul web o alla tv. Ma presto le cose potrebbero cambiare e anche su riviste e quotidiani potrebbero comparire immagini in movimento. Questo grazie al transistor di carta, un'invenzione realizzata da un gruppo di scienziati della Nuova Università di Lisbona, in Portogallo.
La ricerca è nata, come spiega l'annuncio ufficiale dell’invenzione, "dall'aumento dell’interesse nell’utilizzo di biopolimeri per applicazioni elettroniche a basso costo. Ma mentre la cellulosa, che è il biopolimero più diffuso sulla Terra, è stata usata come supporto in congegni elettronici da parte di molti team di ricercatori, nessuno prima d’ora aveva realizzato un transistor ad effetto di campo utilizzando la carta". Elvira Fortunato e i colleghi del Centro di Ricerca sui Materiali della Facoltà di Scienza e Tecnologia sono riusciti a stampare i transistor su entrambi i lati di un normale foglio di carta, anziché - come avviene di solito - su un supporto di vetro o silicio.Grazie a questa invenzione si aprono le porte a numerose applicazioni. Per esempio etichette a radiofrequenza o oggetti di carta intelligenti come biglietti aerei e cartelle cliniche. E tra le prospettive più allettanti c'è quella di creare display ultrasottili in cellulosa per la riproduzione di immagini in movimento su supporti di carta, come giornali, cartelloni pubblicitari o confezioni di prodotti.Per festeggiare i 75 anni della celebre rivista Esquire, il direttore David Granger ha annunciato per il prossimo settembre la prima copertina elettronica della storia, su cui la classica foto sarà sostituita da immagini in movimento.
Greta Consoli

martedì 29 luglio 2008

Il vicino è un criminale? Guarda sul web.



Il vicino è un criminale? Guarda sul web
Inserito da scienzetv il Mar, 29/07/2008 - 10:36


WASHINGTON, Usa -- C'è una persona che vi insospettisce? Una persona che non conoscete bene e di cui non vi fidate al cento per cento? Da oggi potrete stare più tranquilli con CriminalSearches.com, nuovo sito che si occupa di controllare la fedina penale delle persone. Il tutto gratuitamente e facilmente: basta infatti inserire nome e cognome del sospetto e il gioco è fatto.
Il sito ha già avuto un discreto successo. Il funzionamento è davvero semplice: si inseriscono nome e cognome di una persona e cliccare su "Search". CriminalSearches.com compie una minuziosa ricerca tra i documenti di paesi, città e Stati americani e in pochi istanti mostra un elenco di tutte le persone con quel determinato nome che abbiano commesso un reato. Facile no? Così, visto i tempi che corrono, i genitori potranno stare un po' più tranquilli, magari sapendo che l'amichetto della figlia ha la fedina penale pulita. Ma c'è già chi si è lamentato. Secondo gli avvocati specializzati nella difesa della privacy alla fonte delle informazioni fornite potrebbero nascondersi degli errori che potrebbero portare a conseguenze spiacevoli. Nessuno, infatti, può garantire al cento per cento che fra i documenti della ricerca non ci possano essere errori.In ogni caso il sito ha già riscosso abbastanza successo. E la maggior parte delle persone compie ricerche più per gioco e per divertimento, che per reale necessità, per esempio cercando la storia carceraria dei più famosi killer e criminali americani.
Greta Consoli

lunedì 28 luglio 2008

Yeti, realtà o leggenda?


Top News
Yeti, realtà o leggenda?
Inserito da scienzetv il Lun, 28/07/2008 - 10:36

LONDRA, Gran Bretagna -- Tante sono le storie che ruotano attorno allo yeti. Tanti gli avvistamenti, ma mai una prova. E così molti credono che sia solo una leggenda. Ma ora qualcosa potrebbe cambiare. In una giungla indiana sono infatti stati trovati due peli che non apparterrebero a nessuna specie conosciuta.
Il mistero si riaccende. In una giungla sulle colline Garo, nel nord est dell’India, dove le popolazioni locali sostengono di aver visto più volte la leggendaria creatura, sono stati trovati due peli, di 33 e 44 millimetri, che sono poi stati analizzati dalla Oxford Brookes University. I test dimostrano che il materiale non appartiene a nessuna specie conosciuta.Inoltre, un biologo britannico esperto di scimmie antropomorfe, Ian Redmond, ritiene che i peli abbiano una "straordinaria somiglianza" con quelli trovati mezzo secolo fa sull'Everest da Edmund Hillary. Nel 1953 l'alpinista neozelandese, insieme allo Sherpa nepalese Tenzing Norgay, raggiunse la cima della montagna più alta della Terra, un'impresa realizzata per la prima volta al mondo. "E' la prova più evidente – ha detto Redmond all’Independent on Sunday – che lo yeti possa esistere. Siamo entusiasti dei primi risultati, anche se ci sono ancora molti test da fare". Dopo i primi esami al microscopio, infatti, i peli verranno inviati a diversi laboratori per essere sottoposti al test del Dna. Se il profilo genetico non corrisponderà a nessuna creatura vivente, allora si potrà affermare con sicurezza che lo yeti esiste davvero. Ma per ora rimane ancora un'enigma...

Greta Consoli

venerdì 25 luglio 2008

Il Sahara illuminerà l'Europa



Il Sahara illuminerà l'Europa
Autore: scienzetv
Data di creazione 25/07/2008 - 11:14
BARCELLONA, Spagna -- Il Sahara ci illuminerà. Eh sì, perchè un'immensa distesa di pannelli solari nel deserto africano, un giorno produrrà abbastanza energia da illuminare tutta l'Europa. E' questo il grande progetto presentato all’Euroscience Open Forum a Barcellona.
L'Europa alle prese con il prezzo stratosferico del petrolio, potrebbe risolvere il problema energetico con una grande quantità di pannelli solari nel Sahara.Al convegno Arnulf Jaeger-Walden, esperto che lavora per l'unione Europea, ha sottolineato che basterebbe catturare e sfruttare appena lo 0,3 per cento dell'energia solare che scalda il deserto africano per sopperire ai bisogni energetici del vecchio continente.Un progetto ambizioso, che ha già ottenuto l’approvazione del presidente francese Nicolas Sarkozy e del premier britannico Gordon Brown e che dovrebbe richiedere investimenti per circa 450 miliardi di euro.Stando al parere di Jaeger-Walden in Italia, Spagna, Grecia e Turchia sarebbero necessari interventi sull'infrastruttura elettrica in quanto attualmente non hanno la capacità di immagazzinare e smistare un'eventuale energia in forte arrivo dal Nord Africa. Inoltre Jaeger-Walden è anche convinto che, oltre al vantaggio ecologico, ci sarà un risparmio per i cittadini.
Greta Consoli
Fonte:http://www.scienze.tv/node/4259

Salute: I luoghi comuni da sfatare



Salute: i luoghi comuni da sfatare

Inserito da scienzetv il Ven, 25/07/2008 - 10:51

ROMA -- Non fare il bagno dopo mangiato, fare un clistere per pulire l'intestino o bere otto bicchieri d'acqua al giorno per tenere idratato l'organismo. Sono solo alcuni dei tanti luoghi comuni che riguardano la salute. Ma sono veri?
Una giornalista americana, Jane E.Brody, ha raccolto, in un articolo comparso sul New York Times, numerose "leggende" riguardanti la salute, per sfatarle. Per esempio, una di queste è il consiglio molto diffuso negli Stati Uniti, di bere 8 bicchieri di acqua al giorno (proprio 8) per tenere l'organismo idratato e scongiurare la stipsi.Ma la giornalista fa notare che non c'è alcuna evidenza scientifica dietro questa affermazione. Infatti, per mantenere il corpo ben idratato, basta bere normalmente e mangiare tanta frutta e verdura. E inoltre basta tenere d'occhio il colore delle urine per capire se il corpo ha bisogno di una maggiore quantità d'acqua. Se sono scure, infatti, è meglio bere di più.Altro mito da sfatare riguarda la pulizia del canale auricolare. Molti, infatti, sostengono che per l'igiene dell'orecchio sia buona cosa utilizzare i bastoncini di cotone. In realtà questi bastoncini sono dannosi perché utilizzandoli nel canale auricolare, si corre il rischio di spingere il cerume più all'interno, compattandolo. Altra leggenda che riguarda la pulizia è quella di fare un clistere per pulire l'intestino. In realtà, a meno che sia stato prescritto da un medico, il clistere non serve perché l'intestino non è sporco. Inoltre con questa pratica si corre il rischio di danneggiare il colon.E se pensate che il "naturale" sia più sicuro, vi sbagliate. La maggior parte delle medicine deriva da prodotti naturali, quindi piante e erbe hanno poteri terapeutici. Ma molto piante ed erbe contengono anche potenti veleni e tossine. Il lavoro svolto dai chimici serve proprio a depurare i principi utili da quelli dannosi e a concentrarli.Inoltre, è bene non aspettare troppo ad assumere medicinali. Cioè se si ha un forte mal di testa o altri tipi di dolori, è meglio prendere un antidolorifico il prima possibile. In questo modo il medicinale sarà più efficace. Altro luogo comune che la giornalista del New York Times vuole sfatare, è quello di non fare il bagno dopo mangiato. Dopo aver consumato un pasto, il sangue viene attratto verso lo stomaco e l'intestino per la digestione. In questo modo, rimane meno sangue a disposizione di muscoli e del resto dell'organismo. Quindi, se si svolge un'attività fisica intensa dopo mangiato, apparato digerente e muscoli "si contendono" il sangue. E questo può comportare una difficoltà a digerire o una particolare stanchezza, che può portare anche allo svenimento. Se ciò accade in acqua è chiaro che i rischi sono alti, ma un conto è fare un bagno in mare, in acqua fredda dopo mangiato, un altro conto è fare un bagno in acqua calda o tiepida in una piscina dove si tocca o nel bagno di casa.Infine, un altro mito da sfatare è quello che tagliarsi i peli li fa crescere più in fretta e più resistenti. Ma non è così. Il fatto che un pelo sembri ricrescere più duro dopo essere stato tagliato dipende solo dal fatto che è più scuro di quello reciso perché non è stato ancora esposto alla luce. E se appare più alto è perché non è ancora stato schiacciato da nulla.

martedì 22 luglio 2008

I denti si riparano da soli


Addio trapano, i denti si riparano da soli
Autore: scienzetv
Data di creazione 22/07/2008 - 10:38

LONDRA, Gran Bretagna -- Per la gioia di molti, se non di tutti, tra qualche anno potremo dire addio al trapano del dentista. Eh sì, perché al Dental Institute di Leeds, in Inghilterra, sono riusciti a mettere a punto una proteina che permetterà di curare le carie naturalmente, senza ricorrere alle otturazioni.
La proteina imita il modo in cui il corpo umano forma i denti e, come rivela il Daily Telegraph, è in grado di attirare i minerali che permettono di riparare lo smalto. La sostanza dovrebbe essere inserita nella carie quando è ancora piccola. In questo modo, per riparare i denti, non ci sarà più bisogno del fastidioso trapano del dentista."Siamo sicuri – ha detto la direttrice del Dental Institute di Leeds, Jennifer Kirkham - che questo rappresenterà una vera rivoluzione per il futuro". La proteina dovrebbe essere pronta tra qualche anno, ma gli esperimenti pilota potrebbero già cominciare l'anno prossimo.Oltre alla proteina, i ricercatori hanno messo a punto un collutorio in grado di uccidere la placca batterica dei denti, non appena una luce illumina la bocca. La tecnica, denominata terapia fotodinamica, deriva da un trattamento per combattere il cancro. "E’ ancora presto per dire se rimpiazzerà lo spazzolino da denti – ha detto la Kirkham -, prima dobbiamo cominciare la sperimentazione".

mercoledì 16 luglio 2008

Dal 2011 i supertreni di Ntv



Ferrovie, dal 2011 i supertreni di Ntv
Autore: scienzetv
Data di creazione 16/07/2008 - 11:21
ROMA -- Correranno a una velocità di 360 chilometri orari e di certo faranno concorrenza alle Ferrovie dello Stato. Stiamo parlando dei treni di ultima generazione che Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv), il primo operatore privato a lanciarsi nel business dell'alta velocità, schiererà sulla rete ferroviaria italiana.
Rossi e veloci come una Ferrari. Saranno così i treni dell'Ntv che entreranno in circolazione a partire dal 2011, quando il colosso francese Alstom avrà finito di consegnare tutti i 25 convogli commissionati per una cifra di 650 milioni di euro.I nuovi convogli saranno a basso impatto ambientale, in grado di autoprodurre parte dell'energia che consumano, e saranno dotati di connessioni Internet.Il programma ufficiale, presentato ieri a una conferenza stampa, prevede 54 collegamenti e 30mila passeggeri al giorno lungo una rete che collegherà Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno e Bari. Treni veloci, moderni e dotati di tutti i comfort che permetteranno di viaggiare da Roma a Milano in sole tre ore. Ma quanto costerà il servizio?"Non sarà un servizio riservato solo a persone ricche o benestanti - ha spiegato Luca Montezemolo (nella foto), fondatore della società insieme a Diego Della Valle, Giuseppe Sciarrone e Gianni Punzo -. I nostri treni saranno personalizzati per tutte le esigenze. Dagli studenti ai turisti. Dagli uomini d'affari alle famiglie. Si viaggerà su vagoni confortevoli, moderni ed efficienti, a prezzi competitivi".All'inizio dell'anno nel capitale di Ntv sono entrati anche Intesa Sanpaolo, Generali e l'industriale Alberto Bombassei. Montezemolo ha voluto sottolineare con orgoglio come Ntv sia "una realtà tutta italiana, fatta di imprenditori e banche che credono in un progetto nuovo che contribuirà allo sviluppo del Paese. Per una volta l'Italia anticipa l'Europa".
Greta Consoli
Fonte:http://www.scienze.tv/node/4237

Kamikatsu, il paese senza spazzatura
Autore: scienzetv
Data di creazione 16/07/2008 - 12:18

KAMIKATSU, Giappone -- Un paese senza spazzatura. Senza rifiuti, cassonetti. Anche se sembra impossibile un paese del genere esiste davvero, in Giappone. Si tratta di Kamikatsu, un piccolo paesino di poco più di 2mila abitanti situato nell'isola di Shikoku.
Ma come è possibile? Semplice. I residenti sono obbligati a dividere i rifiuti in 34 diverse categorie e a consegnarli in appositi centri denominati Zero Waste Centre (Centro per l'azzeramento della spazzatura). Inoltre i cittadini eseguono anche il compostaggio dei rifiuti organici. E per di più hanno preso l'abitudine di utilizzare gli avanzi per creare delle ricette originali.Per ogni tipo di involucro e di residuo non organico, invece, i cittadini pensano a una lavatura e asciugatura domestica, dopodiché il tutto viene trasportato a un negozio locale. Le etichette vengono staccate ad una ad una e in seguito i rifiuti vengono suddivisi nelle varie categorie. In cambio dell'impegno, gli abitanti di Kamikatsu ricevono biglietti della lotteria.Ogni cittadino si sente quindi responsabilizzato nel produrre meno spazzatura. La città è più pulita, senza rifiuti, cassonetti. E nonostante il duro lavoro, sembra che i cittadini siano contenti. Stando ai risultati di un sondaggio, il 60 per cento degli intervistati si dichiara soddisfatto dell'iniziativa.

Marte - un canyon scavato dall'acqua




Marte: un canyon scavato dall'acqua
Inserito da scienzetv il Mer, 16/07/2008 - 10:41

WASHINGTON, Usa -- Mars Express, il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) in missione su Marte, continua a inviare immagini spettacolari. Le ultime mostrano un sistema di valli che secondo gli scienziati sarebbero state incise dall'acqua. In particolare le immagini ritraggono la formazione Echus Chasma, un canyon che si estende per 100 chilometri di lunghezza e dieci di larghezza.
Guarda la photogallery
Echus Chasma rappresenta una delle maggiori aree di risorse idriche del pianeta rosso. L'area si estende per migliaia di chilometri nell'emisfero settentrionale di Marte, dove è delimitata dalla Valle dei Marinai, e occupa anche parte dell'emisfero meridionale, dove confina con le Kasei Valles.Le foto sono state scattate con una speciale camera ad alta risoluzione. Le immagini sono state acquisite da differenti orbite e poi sono state combinate per formare una mappa dell'area. Secondo gli scienziati dell'Esa, il sistema di valli sarebbe nato dall'emersione dell'acqua da sorgenti sotterranee, causata da fenomeni di origine vulcanica.E il mese scorso è arrivata la conferma che su Marte ci sono condizioni compatibili con la vita. L'annuncio è stato dato dagli scienziati della Nasa responsabili della missione della sonda Phoenix. Stando alle analisi di alcuni campioni di suolo marziano, il terreno di Marte sarebbe molto simile, per composizione chimica, al terreno terrestre.
Greta Consoli

martedì 15 luglio 2008

La Terra sfiorata da un asteroide



La Terra sfiorata da un asteroide
Inserito da scienzetv il Mar, 15/07/2008 - 10:26

ROMA -- Nella notte appena trascorsa la Terra è stata sfiorata da un asteroide. O meglio da un doppio asteroide, denominato "2008 BT18". Il corpo celeste più grande aveva un diametro di 600 metri, mentre quello più piccolo di 200. L'asteroide è passato a circa 2,24 milioni di chilometri dal nostro pianeta a una velocità di 45mila chilometri all'ora.
La Terra sfiorata da un asteroide. Eh sì, sfiorata. Perché se a noi una distanza di 2,24 milioni di chilometri può sembrare notevole, in dimensioni cosmiche, invece, è davvero piccola. Ma niente paura, il rischio di un impatto non era stato neanche lontanamente previsto.Il doppio asteroide "2008 BT18" è passato nel punto più vicino alla Terra ieri sera verso le 17. Il corpo celeste più grande aveva un diametro di 600 metri, mentre quello più piccolo misurava almeno 200 metri.L'asteroide è stato scoperto alla fine del gennaio scorso al Mit Lincoln Laboratory, un ente di ricerca nello stato del Massachusetts, finanziato dal Pentagono. I ricercatori dell'osservatorio di Arecibo a Puerto Ricosolo hanno però chiarito in questi giorni che si trattava di un doppio asteroide.Comunque nessuna preoccupazione. Gli scienziati sono però interessati a studiare il passaggio dell'asteroide per evitare in futuro possibili collisioni. Per il 2018 è previsto un fenomeno simile.

Greta Consoli

lunedì 14 luglio 2008

Una vernice per migliorare il fotovoltaico



Energia
Una vernice per migliorare il fotovoltaico

Inserito da scienzetv il Lun, 14/07/2008 - 12:13

BOSTON, Usa -- Altro passo avanti nel campo dell'energia alternativa. In questi giorni un team del Mit - Massachusetts Institute of Technology - ha messo a punto una speciale vernice trasparente in materiale organico che, applicata sulle superfici dei vetri, è in grado di migliorare del 20 per cento l'efficienza delle cellule fotovoltaiche.
Un passo avanti nello sfruttamento dell'energia solare. Marc Baldo, insieme al suo team del Mit, ha studiato il modo per far arrivare più luce alle celle fotovoltaiche già esistenti. Ed ecco che è nata una speciale vernice trasparente realizzata in materiale organico.Questa vernice, applicata sulle superfici dei vetri, è in grado di catalizzare la luce e "intrappolarla" al loro interno. Il vetro si comporta come una grande lastra di fibra ottica che obbliga la luce a scorrere verso l'esterno. Poi, per trasformarla in energia, è sufficiente sistemare le cellule fotovoltaiche lungo la cornice. In questo modo, a costi ridotti, ogni finestra di casa potrebbe diventare una fonte di elettricità."In fondo - spiega il professor Baldo - il tutto si riduce a un pezzo di vetro con uno strato di vernice sopra. L'idea è che la luce entra e inizia a rimbalzare verso i bordi e a quel punto tutto ciò che occorre fare è piazzare delle cellule fotovoltaiche ai lati".Il vetro su cui viene applicata la pellicola organica può essere applicato sopra i pannelli solari già in funzione. Grazie alla speciale vernice, l'efficienza delle cellule fotovoltaiche riesce a migliorare del 20 per cento, che in futuro potrebbe diventare un 50 per cento.In laboratorio non è stata creata una sola vernice, ma numerose varianti in grado di coesistere sullo stesso vetro catturando frequenze di luce diverse a seconda dell'orario della giornata. Per ora l'unico inconveniente ancora da risolvere della vernice del Mit è la sua deperibilità.

Greta Consoli

I vulcani di Mercurio




I vulcani di Mercurio

di Claudio Elidoro - Fonte: Brown University

Fino a qualche mese fa era davvero un'impresa per i planetologi ricostruire la storia della superficie di Mercurio. A parte il fatto che le immagini di Mariner 10 acquisite nel corso del flyby del 1975 non coprivano neppure la metà della superficie del pianeta, la loro interpretazione era comunque problematica. Era infatti impossibile decidere se le regioni pianeggianti presenti sulla superficie di Mercurio fossero da ricondurre a fenomeni vulcanici oppure si trattasse di una conseguenza degli impatti.Il passaggio ravvicinato della sonda MESSENGER avvenuto nel gennaio di quest'anno, però, ha portato nuove importanti informazioni. Una prova tangibile è il numero di Science del 4 luglio scorso che si occupa dettagliatamente della missione MESSENGER pubblicando una decina di studi propiziati proprio dall'incontro della sonda con Mercurio. Una di queste ricerche, coordinata da James W. Head (Brown University), riguarda il ruolo del vulcanesimo nella formazione della superficie del pianeta.Le tracce più significative i ricercatori le hanno individuate ai margini del bacino Caloris, una struttura d'impatto tra le più grandi dell'intero Sistema solare. Grazie alle immagini ad alta risoluzione di MESSENGER (fino a 150 metri per pixel) è stato possibile individuare la presenza di camini vulcanici e appurare che alcune strutture superficiali sono direttamente riconducibili ad attività vulcanica. I ricercatori, infatti, hanno potuto riconoscere sia i resti di antichi flussi piroclastici sia le tracce di effusioni laviche che, come si è trovato sulla Luna e su Marte, hanno livellato la superficie riempiendo i crateri di impatto con uno strato di lava spesso anche due o tre chilometri.Secondo Head e collaboratori queste osservazioni, supportate anche dall'analisi della frequenza degli impatti, sono sufficienti a poter sostenere l'origine vulcanica di numerose regioni pianeggianti di Mercurio e dunque depongono a favore del ruolo cruciale giocato dal vulcanesimo nella storia geologica di Mercurio.Chi è scettico e desidera ulteriori conferme potrà contare sui prossimi due flyby di MESSENGER, uno previsto per il 6 ottobre di quest'anno e l'altro per il 29 settembre 2009. E, soprattutto, sul tanto atteso coronamento della missione con l'ingresso in orbita della sonda intorno a Mercurio nel marzo 2011.

giovedì 10 luglio 2008

La sonda Messenger, nuove scoperte su Mercurio





Gli scienziati hanno dibattuto riguardo l'origine delle pianute del pianeta Mercurio e del suo campo magnetico per oltre trent'anni. Ora, le analisi dei dati raccolte dal passaggio ravvicinato al pianeta effettuato dalla sonda Messenger a gennaio di quest'anno, hanno mostrato che i vulcani sono certamente coinvolti nella formazione delle regioni pianeggianti e suggeriscono anche che il suo campo magnetico sia attivamente prodotto nel nucleo del pianeta, e non sia solamente un "relitto" di antiche ere...
Gli scienziati inoltre hanno potuto dare le prime stime della composizione chimica del materiale sulla superficie del pianeta. La piccola navetta ha determinato la composizione della sottile atmosfera di Mercurio, ha campinato le particelle cariche (ioni) vicino alla superficie del pianeta, e dimostrato nuove connessioni tra gli insiemi delle osservazioni e le ceratteristiche dei materiali sulla superficie di Mercurio.

Una bella immagine di Mercurio fornita dal Messenger Credits: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington
La controversia sopra l'origine delle zone pianeggianti di Mercurio iniziò addirittura nel 1972 con la missione Apollo 16, che suggerì come alcune zone pianeggianti sulla Luna siano derivate da materiale emesso a seguito di grossi impatti. Quando il Mariner 10 mappò poi simili zone sulla superficie di Mercurio, tre anni più tardi, alcuni ricercatori pensarono che gli stessi processi fossero all'opera. Altri ritenevano che le zone pianeggianti di Mercurio derivassero da lava eruttata, ma l'assenza di altre caratteristiche vulcaniche nelle immagini finora a disposizione avevano precluso che la teoria guadagnasse ulteriori consensi: i nuovi dati mostrano inequivocabilmente che l'attività vulcanica ha avuto un ruolo non trascurabile nella formazione delle strutture in esame su Mercurio.
Posted by: Marco on Jul 07, 2008 - 01:16 PM

mercoledì 9 luglio 2008

La sonda Rosetta, il risveglio






Il risveglio dall'ibernazione della sonda Rosetta per l'incontro con l'asteroide

8 Luglio 2008La sonda Rosetta è stata appena riattivata dai controllori della sonda spaziale per prepararla all'incontro con l'asteroide (2867) Steins che avverrà il 5 settembre. Rosetta, il cacciatore di comete dell’ESA, studierà questo asteroide relativamente raro durante il suo viaggio verso la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. Lanciata nel mese di marzo 2004, la sonda Rosetta raggiungerà la sua destinazione finale solo nel 2014, dopo aver viaggiato per un totale di circa 6500 milioni di km. La distanza tra la sonda spaziale e il Sole durante il viaggio di avvicinamento alla cometa sarà di circa 600 milioni o 4 AU, dove 1 AU o Unità astronomica, è equivalente a 150 milioni di km, vale a dire la distanza media tra la Terra e il Sole. Rosetta ha transitato due volte intorno alla Terra e una volta intorno a Marte, con manovre di rotazione che le hanno garantito la spinta gravitazionale necessaria per continuare il suo viaggio. Il terzo ed ultimo passaggio intorno alla Terra è previsto per il mese di novembre 2009. Durante il suo viaggio, la sonda volerà in prossimità di due asteroidi e li studierà: (2867) Steins, a settembre di quest'anno e (21) Lutetia nel mese di giugno 2010. Nel momento in cui affiancherà (2867) Steins a settembre, Rosetta avrà percorso circa 3700 milioni di km e sarà a circa 2,1 unità astromoniche dal Sole. Dopo l’ultimo transito planetario del 13 novembre dello scorso anno, Rosetta si è diretta verso la fascia di asteroidi situata tra le orbite di Marte e Giove. Il 27 marzo 2008, la sonda è entrata in un periodo di ibernazione parziale della durata di tre mesi, durante i quali alcuni dei suoi sottosistemi sono stati messi in stato inattivo, con lo scopo di ottimizzarne la durata operativa, dal momento che ci troviamo solo all’inizio della fase scientifica della missione.



Rosetta second Earth swing-by
Prossima fermata, Steins Rosetta raggiungerà il punto più vicino a (2867) Steins alle ore 20:37 CEST del 5 settembre, ad una distanza di 800 km. Si avvicinerà all'asteroide ad una velocità relativa di 8,6 km/s. In preparazione all’avvicinamento, durante il mese di luglio verranno controllati e testati tutti gli strumenti di bordo. Tra il 4 agosto e il 4 settembre, gli operatori della sonda spaziale condurranno una campagna di navigazione ottica: l'asteroide Steins verrà seguito visivamente dalle telecamere di bordo che consentiranno di perfezionare la conoscenza della sua orbita, ottenuta dalle misurazioni condotte a terra.


Rosetta

Massimo vantaggio dall’avvicinamento. Le osservazioni verranno utilizzate per individuare le caratteristiche dell'asteroide di tipo E, relativamente raro, composto principalmente da silicati e basalti, e il suo ambiente, oltre che per testare gli strumenti di Rosetta, la maggior parte dei quali sarà attiva durante il passaggio ravvicinato. Proprio l'avvicinamento porterà la sonda Rosetta fino ai limiti di progettazione, in particolare per la rotazione veloce della sonda nel momento di massima prossimità. La manovra è necessaria per assicurare che l'asteroide resti sempre nel campo visivo degli strumenti. Il 24 marzo 2008 è stata eseguita, proprio in vista di questo, una simulazione completa del passaggio ravvicinato. Le prove hanno avuto totale successo e hanno confermato la resistenza della sonda spaziale.
Per ulteriori informazioni, contattare: Gerhard Schwehm, ESA Rosetta Mission ManagerE-mail: Gerhard.Schwehm @ esa.intRita Schulz, ESA Rosetta Project ScientistE-mail: Rita.Schulz @ esa.intE-mail: Andrea.Accomazzo @ esa.int

lunedì 7 luglio 2008

Pubblicata la mappa di Marte



» 2008-07-04 16:40
Spazio: pubblicata mappa di Marte
L'Agenzia Spaziale Italiana mette a disposizione i suoi dati
(ANSA) - ROMA, 4 LUG - Parlano italiano le prima mappe geologiche di Marte. La prima e' stata appena pubblicata sull'Italian Journal of Geosciences. ''E' la prima di una lunga serie'', ha detto il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Giovanni Bignami, che oggi a Roma ha firmato un accordo con il presidente della Societa' Italiana di Geologia, Forese Carlo Wezel, per la pubblicazione delle mappe geologiche dei pianeti del Sistema Solare, preparate sulla base dei dati raccolti dai satelliti europei.

giovedì 3 luglio 2008



IL CIELO
1/7/2008

Qui Radio-Terra. Qui Soho: scoperte 1500 comete





PIERO BIANUCCI

Importanti novità da due missioni spaziali destinate allo studio del Sole. I quattro satelliti Cluster hanno permesso di capire come il nostro pianeta emette onde radio di notevole potenza. La navicella Soho rafforza il suo primato nella scoperta di comete. Radio-Terra si capta sulle frequenze tra 50 e 550 kHz, cioè in una banda compresa tra le onde lunghe e la fascia a minor frequenza delle onde medie (queste vanno da 300 a 3000 kHz). L’antenna del nostro pianeta è costituita dalle calotte di alta atmosfera ionizzata che coprono il polo Nord e il polo Sud e coincide con le regioni dove compaiono le aurore polari. Sulle frequenze tra 50 a 550 kHz la Terra è una sorgente dalla potenza paragonabile a quella di Giove. L’emissione è dovuta all’azione del vento e delle tempeste solari sull’alta atmosfera, i cui atomi di ossigeno e di azoto vengono eccitati dalle particelle ad alta energia in arrivo dal Sole, e vengono così stimolati a irradiare luce e onde radio. Dodicimila osservazioni di forti radio emissioni registrate da Cluster hanno chiarito che il fenomeno è del tutto analogo a quello che avviene su Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Il meccanismo di emissione è quello proposto una decina di anni fa da Louarn e Quéau (vedi “Geophysical Research Letters” del 9 aprile 2008). Si tratta, secondo Philippe Escoubet dell’Esa, del maggior risultato ottenuto dalla missione “Cluster”. E veniano a Soho. Un tempo tutti gli astronomi sognavano di scoprire una cometa per darle il proprio nome e diventare famosi. Certi “cacciatori di comete” sono arrivati a collezionare qualche decina di scoperte. Altri, come Charles Messier, cercando comete scoprivano oggetti celesti ben più interessanti (ammassi globulari, galassie, nebulose planetarie) e neppure se ne accorgevano, tanto erano attratti dagli astri con la coda. Bene: ormai questi scienziati appartengono a una fase eroica dell’astronomia definitivamente conclusa. La navicella Soho, progettata dall’Agenzia spaziale europea e dalla Nasa per lo studio del Sole, ha scoperto la sua millecinquecentesima cometa (vedi foto e animazione, tratti dal comunicato dell’ESA). Questo straordinario traguardo è stato raggiunto il 25 giugno. Il numero di comete scoperte grazie alla sonda europea supera il totale di tutte le comete scoperte da osservatori professionali e dilettanti nell’intera storia dell’astronomia. Povero Charles Messier! Memorabile rimane la millesima cometa scoperta per mezzo di Soho. Non solo per la cifra tonda, ma anche perché a individuarla, il 5 agosto del 2005, fu un italiano, l’astrofilo Toni Scarmato, residente a San Costantino di Briatico in Calabria (provincia di Vibo Valentia). Toni aveva già scoperto 14 comete di Soho. In meno di tre anni, ecco altre cinquecento comete smascherate dalla navicella europea. Circa l’85 per cento delle comete stanate da Soho (SOlar Heliospheric Observatory) è rappresentato da frammenti di una grande cometa disgregatasi parecchi secoli fa. Lo si deduce dalle orbite dei “pezzi” di cometa, che attualmente passano al perielio avvicinandosi fino ad appena 1,5 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. La scoperta di comete è un gradevole effetto collaterale delle osservazioni compiute con lo strumento Lasco, uno dei dodici a bordo della navicella. Questo strumento crea le condizioni di una sorta di eclisse totale di Sole permanente, rendendo visibile la corona più esterna. Questo obiettivo si raggiunge anche grazie al fatto che Soho vede ininterrottamente il Sole in quanto orbita come un minipianeta stabilizzato in uno dei punti di Lagrange dove le attrazioni gravitazionali del Sole e della Terra si equilibrano. Diventa così possibile scorgere le comete che passano nelle vicinanze della nostra stella, normalmente invisibili perché immerse nel bagliore della luce solare. I dati vengono trasmessi alla Terra ogni 15 minuti e prontamente diffusi su Internet. E’ così che molti astrofili hanno scoperto decine di comete standosene comodamente seduti davanti al loro computer. Chi ritiene di aver individuato una cometa sulle immegini di Soho-Lasco non ha che da comunicarlo all’Osservatorio Navale Usa e precisamente a Karl Battams ( Karl.Battams@nrl.navy.mil ) che si occuperà della convalida o della smentita della scoperta. Soho è in attività da 13 anni e ha di gran lunga superato la sua vita operativa prevista. Nonostante qualche acciacco e alcune gravi crisi durante le quali si erano persi i contatti radio, promette di svolgere ancora a lungo un ottimo lavoro per lo studio della nostra stella, e non solo.

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mercoledì 2 luglio 2008

Allarme: droghe sonore






Allarme "droghe sonore" sul web
Autore: scienzetv
Data di creazione 02/07/2008 - 10:33





ROMA -- E' scattato l'allarme anche in Italia per le "droghe sonore online". Si tratta di particolari onde con frequenza da 3 e a 30 Hertz che, agendo sul cervello umano, possono innescare un'intensa l'attività cerebrale, in modo simile alle droghe tradizionali.
A lanciare l'allarme è stato il Nucleo frodi telematiche della Guardia di Finanza. Il fenomeno dello "sballo online" meglio noto come iDose è facilmente individuabile in internet. Basta collegarsi al sito giusto e scaricare file audio dai nomi che sono tutto un programma: marijuana, cocaina, ecstasy, alcol. Secondo gli investigatori, il fenomeno potrebbe rapidamente dilagare. In Spagna si contano già migliaia di adepti. E centinaia le pagine web dedicate a questo fenomeno.Si tratta, a tutti gli effetti, di un nuovo modo e micidiale visto la difficoltà di bloccarlo, di diffondere stupefacenti anche se per via sonora. E le dinamiche di "acchiappo" del cliente sono quelle tradizionali: la partenza è con file offerti gratis, poi si passa alla sommistrazione a pagamento. Le dosi di droga sonora sfruttano l'effetto degli infrasuoni sul cervello umano.Le onde alfa, per esempio, hanno una frequenza da 7 a 13 hertz e un potenziale effetto rilassante. Al contrario ci sono onde con cui si ottiene un effetto contrario, d'euforia o eccitazione. Basta inserire queste frequenze - che l'orecchio umano non percepisce perchè si tratta di infrasuoni - dentro un brno musicale è il gioco è fatto. Si tratta di tecniche già impiegate nei campi della sicurezza e militare. Sui rischi derivati dalle cyber-droghe per ora non ci sono studi attendibili. Alcune ricerche del Cnr di Catanzaro effettuate su cavie, indicano che l'effetto di una "dose" di suono a 95 decibel è lo stesso del'ecstasy. Mentre è ipotizzabile che a lungo andare le cyber droghe possano dare dipendenza tanto quanto gli stupefacenti tradizionali. Certo è che il potenziale dell'iDoser è enorme, perché rispetto alle sostanze stupefacenti tradizionali sono meno invasive, più pratiche da utilizzare, e costano molto meno. Un file può costare dai 5 ai 10 euro. E vantaggio rispetto alla droga è che si può riutilizzare.
Fonte:http://www.scienze.tv/node/4214

martedì 1 luglio 2008

Ibm e Intel puntano all'energia "verde"



Ibm e Intel puntano all'energia "verde"
Autore: scienzetv
Data di creazione 01/07/2008 - 11:13


NEW YORK, Usa -- Intel e Ibm entrano nel settore delle energie rinnovabili. I giganti dell'informatica hanno intenzione di utilizzare le tecnologie acquisite nella lavorazione del silicio per i microchip, per realizzare celle fotovoltaiche e panelli solari. Le due aziende americane vedono nel sole il grande business del futuro.
Finalmente un business che non fa male all'ambiente, anzi. Intel ha deciso di mettere sul tavolo cinquanta milioni di dollari per lanciare una "startup", la Spectrawatt. Primo passo un nuovo stabilimento dell'Oregon di cellule fotovoltaiche in silicio cristallino per una capacità di 60 megawatt. Verrà impiegata una tecnologia collaudata dall'ottimo rapporto costi/benefici. Ibm invece si spingerà più avanti. Pronta una joint-venture con la Tokyo Ohka Kogyo, con l'obiettivo di sostituire il costoso e sempre più ambito silicio con uno speciale film sottile messo a punto nei laboratori. Si tratta di un materiale composto da rame, indio, gallio e selenide e dal prezzo decisamente inferiore ma per ora con un rendimento più basso del silicio cristallino. Secondo gli analisti Usa, altri grandi del settore seguiranno a breve l'esempio di Intel e Ibm e si daranno alle tecnologie "verdi". Samsung, Advanced Micro Devices e LG potrebbero essere della partita fra poco. Anche gli italiani di Bticino e Beghelli sono pronti a mettersi sul mercato. Insomma, potremmo essere agli albori di quella rivoluzione ecologica che attendevamo da tempo.

Fonte:http://www.scienze.tv/node/4213