venerdì 6 maggio 2011

Renzo Magosso


Renzo Magosso (Milano, 6 maggio 1947) è un giornalista e scrittore italiano.

Dopo un passato giovanile nell'hockey su ghiaccio (sport nel quale ha militato nel Milano Diavoli e ha anche indossato la maglia azzurra, dal 1964 al 1971) si è dedicato a tempo pieno al giornalismo. Dal 1978 al 1987 ha lavorato nel gruppo Rizzoli-Corriere della sera, dove ha collaborato al Corriere d'Informazione e poi è stato inviato del quotidiano L'occhio, diretto da Maurizio Costanzo, per il quale ha realizzato importanti scoop giornalistici. Tra questi la prima intervista alla madre di Ali Agca, l'attentatore di papa Giovanni Paolo II. La donna gli consegnò una lettera nella quale chiedeva, a nome del figlio, perdono al papa. Magosso la consegnò al segretario di Stato, il cardinale Agostino Casaroli, che a sua volta la trasmise al pontefice. E Giovanni Paolo II, dopo la guarigione, volle ricevere in Vaticano la madre di Agca, che perdonò.
Ancora come inviato del quotidiano di Costanzo, intervistò Saddam Hussein, allora fresco presidente dell'Iraq, durante la Guerra Iran-Iraq, nel 1980 e si recò tre volte in Afghanistan, ai tempi dell'invasione sovietica. Poi, nel 1988, Magosso è passato alla Rusconi Editore, ora Gruppo Editoriale Hachette, al mensile Il piacere, quindi, nel 1990, al settimanale Gente, del quale è attualmente redattore capo.
[modifica] In radio e televisione

Nel 1971 ha presentato una parte del programma radiofonico di Paolo Giaccio Per voi giovani, insieme con Mario Luzzatto Fegiz e alla fine degli anni settanta ha collaborato con Enzo Tortora a Telealtomilanese, a programmi - inchiesta sul mondo giovanile.
In qualità di invitato, Magosso partecipato a numerose trasmissioni televisive, tra le quali L'Italia sul Due, Sabato&domenica (intervistato da Franco Di Mare), L'infedele di Gad Lerner, La storia siamo noi di Giovanni Minoli, incentrate sugli anni di piombo ed in particolare sull'assassinio di Walter Tobagi, il giornalista ucciso il 28 maggio 1980 a Milano da un commando terroristico.
Il caso Tobagi

Il 20 settembre 2007 Magosso è stato condannato a una pena pecuniaria dal Tribunale di Monza per aver pubblicato il 17 giugno 2004 sul settimanale Gente (allora diretto da Umberto Brindani) l'intervista all'ex brigadiere dei carabinieri Dario Covolo (nome in codice "Ciondolo") che raccontava particolari inediti sull'omicidio di Walter Tobagi. Nell'intervista l'ex sottufficiale dichiarava di aver avvertito sei mesi prima i suoi superiori che alcuni terroristi della Brigata XXVIII marzo stavano progettando il delitto. Magosso (con Brindani) è stato condannato a una multa di 1.000 euro (più le spese processuali) e a un risarcimento di 240.000 euro in seguito a una querela per diffamazione presentata dal generale dei carabinieri in pensione Alessandro Ruffino e dalla sorella del generale Umberto Bonaventura, deceduto.
I generali Ruffino e Bonaventura hanno sempre negato di avere avuto rivelazioni antecedenti il delitto Tobagi.
« Ritengo singolare che Magosso sia stato condannato nonostante capi riconosciuti del terrorismo, responsabili dell'atroce omicidio di Walter Tobagi, abbiano confermato nella sede giudiziaria tutte le notizie che lo stesso Magosso aveva raccolto »
(Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione nazionale della Stampa Italiana)

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