Ho sempre avuto un dubbio e chiedo a voi di rendermi una spiegazione convincente e ragionata.
Come avete anche voi notato, avvicinandoci ai confini di uno stato, di una regione o di una provincia, la lingua o il dialetto si avvicina sempre più al linguaggio del paese confinante e, quindi, pongo questo quesito:
É il linguaggio che crea il confine oppure il confine crea il linguaggio?
Trasmettete il quesito ai vostri amici per avere più risposte.
A disposizione di tutti i coetanei, da utilizzare ad uso personale o collettivo, per scambio di incontri, gemellaggi, opinioni, suggerimenti.
martedì 27 gennaio 2009
lunedì 26 gennaio 2009
Incontriamoci alla Baita Alpina
Bene!
Confermato,
ci riuniamo MARTEDÌ 3 FEBBRAIO alle ore 20.30 non nella taverna di Enrico ma presso la BAITA ALPINA di Caselle. Chi fosse interessato con intenzione di formulare proposte e/o idee o semplicemente ad intervenire alla riunione, è pregato di darmene avviso in tempo ragionevole. Speriamo nella massima partecipazione.
Alfonso
venerdì 23 gennaio 2009
1947 IN FESTA
Oggi ho avuto un incontro con Osvaldo, il nostro fanatico, esaltato, appassionato di motori, probabilmente per il 17 maggio non sarà impegnato in nessuna gara.
Nell’illustrarle quanto dovremo impegnarci nell’organizzazione, mi informava che per lo stesso giorno ci sarà una festa anche alla Scuola Materna e che quindi, sarebbe opportuno richiedere con urgenza il noleggio delle panche alla Polisportiva.
Nella “tavola rotonda” in programma da Enrico, saremo tenuti, tra l’altro, a valutare con più attendibilità il numero di partecipanti alla Festa.
A risentirci
Oggi ho avuto un incontro con Osvaldo, il nostro fanatico, esaltato, appassionato di motori, probabilmente per il 17 maggio non sarà impegnato in nessuna gara.
Nell’illustrarle quanto dovremo impegnarci nell’organizzazione, mi informava che per lo stesso giorno ci sarà una festa anche alla Scuola Materna e che quindi, sarebbe opportuno richiedere con urgenza il noleggio delle panche alla Polisportiva.
Nella “tavola rotonda” in programma da Enrico, saremo tenuti, tra l’altro, a valutare con più attendibilità il numero di partecipanti alla Festa.
A risentirci
Alfonso
Cancelliamo il tempo e capiremo
Da La Stampa.it
Cancelliamo il tempo e capiremo
Le equazioni della gravità quantistica descrivono un Universo che manda in mille pezzi la nostra logica. È possibile che il Big Bang non sia stato l'inizio, ma solo il rimbalzo di un cosmo che prima si stava contraendo
Cancelliamo il tempo e capiremo
Le equazioni della gravità quantistica descrivono un Universo che manda in mille pezzi la nostra logica. È possibile che il Big Bang non sia stato l'inizio, ma solo il rimbalzo di un cosmo che prima si stava contraendo
CARLO ROVELLI
UNIVERSITA’ DI MARSIGLIA
Ventisei secoli fa, un uomo che viveva in una città greca sulla costa dell'odierna Turchia ebbe un'idea prodigiosa e stupefacente: E se il cielo sopra la nostra testa continuasse anche sotto i nostri piedi? E se la Terra non fosse che un grosso sasso che galleggia nello spazio, sospesa sul nulla? L'uomo si chiamava Anassimandro, la città era Mileto. L'idea, nuova nella storia del mondo, era, come ben sappiamo oggi, oltre due millenni e mezzo più tardi, giusta.Il filosofo della scienza Karl Popper ha definito quest'idea «una delle più audaci, più rivoluzionarie e più portentose della storia del pensiero umano». Ma Anassimandro ci ha lasciato un'eredità ancora più importante. Ha mostrato che la realtà non è come ci appare, che possiamo avere idee sbagliate sul mondo e che, se partiamo da una serena consapevolezza della nostra ignoranza, attenta osservazione e intelligente riflessione possono permetterci di liberarci da qualcuno degli innumerevoli pregiudizi che impastoiano i pensieri: possiamo vedere più lontano. Così facendo, Anassimandro ha iniziato un'immensa e affascinante avventura: la strada della conoscenza scientifica.Seguendo questa strada, abbiamo imparato che la Terra è una sfera, poi che gira su se stessa vorticosamente e corre intorno al Sole. Che Terra e Sole si attirano come la Terra attira i sassi, che lo spazio è curvo, che gli oggetti sono fatti di atomi, che il calore è il rapido movimento di questi atomi, che ci sono 100 milioni di stelle nella galassia e 100 milioni di galassie nel cielo che vediamo. Che l'Universo era nel passato una palla di fuoco esplosa in un gigantesco scoppio 14 miliardi di anni fa. Abbiamo anche imparato innumerevoli altre cose, che hanno cambiato profondamente la nostra comprensione del mondo e di noi stessi.Ogni cambiamento è difficile, perché scardina abitudini mentali e pregiudizi e richiede idee inusitate. Come è possibile, chiedevano ad Anassimandro gli antichi, che, se vado sotto alla Terra, poi io possa camminare a testa in giù? Come può il mio «sotto» diventare un «sopra»? E' incomprensibile! E a Galileo, che difendeva l'idea di Copernico che la Terra stesse girando, i contemporanei, confusi, chiedevano come potesse essere possibile che ci stiamo muovendo, quando stiamo invece qui fermi. Cosa vogliono dire «sopra» e «sotto», «muoversi» ed «essere fermi»? Queste nozioni devono essere riviste per capire meglio il mondo. Il lettore non sorrida di queste difficoltà degli antichi. Sono le stesse che portano molti oggi a domandarsi cosa diavolo intendesse Einstein nel sostenere che un evento, che accade «prima» per me, possa accadere «dopo» per te. Ci sono passi nell'evoluzione della nostra comprensione del mondo che sono stati acquisiti dal nostro senso comune ed altri che sono ben acquisiti nell'ambito di discipline scientifiche, ma non ancora dal senso comune.Oggi la ricerca continua lungo questa strada e mette in discussione altri concetti. Tra questi, ci sono le nozioni stesse di «spazio» e «tempo», come ho spiegato nella mia conferenza al Festival delle Scienze di Roma dedicato all’Universo. E se «spazio» e «tempo» non fossero strutture universali alla base del reale, ma solo approssimazioni che hanno significato per la nostra esperienza quotidiana, ma non vanno più bene per capire il mondo un po' più in profondità? Questa idea è oggi esplorata a fondo da una vivace comunità di scienziati. L'idea non cade dal cielo, ma è stata suggerita, come dovrebbe essere sempre per la buona scienza, da osservazioni e riflessione. Le «osservazioni» sono date dallo straordinario successo empirico delle due grandi teorie fisiche del XX secolo: la Relatività generale di Einstein e la meccanica quantistica di Heisenberg, Dirac e altri. Le due teorie ci hanno insegnato cose importanti sulla Natura. Einstein ci ha insegnato che spazio e tempo sono oggetti dinamici: si agitano come una specie di immenso mollusco (l'analogia è di Einstein), in cui tutto è immerso. La meccanica quantistica ci ha insegnato che ogni oggetto dinamico ha una struttura granulare: esiste una scala di dimensioni sotto la quale l'oggetto non esiste più. La «riflessione» è lo sforzo di combinare queste grandi scoperte del XX secolo in un quadro coerente, in cui i fenomeni osservati siano comprensibili.Come Anassimandro cercava un quadro concettuale in cui fosse comprensibile che il Sole sparisca ad Occidente e ricompaia ad Oriente, così oggi cerchiamo un quadro concettuale in cui siano comprensibili le scoperte della fisica. Come Anassimandro, per comporre il nuovo quadro, ha dovuto comprendere che le nozioni di «sopra» e «sotto» dovessero essere diverse da come erano intese dal senso comune del suo tempo; così oggi dobbiamo probabilmente ripensare a fondo le nozioni di «spazio» e di «tempo».Ripensare cosa sia il tempo è il passo più arduo. Siamo abituati a concepire l'uniforme scorrere del tempo; questo grande fiume in cui siamo immersi e che ci trascina. Ma un vero fiume è solo una danza disordinata di milioni di molecole d'acqua; vista da lontano, la danza disordinata diventa un placido e ordinato fluire, a costante velocità. E se il tempo si scomponesse anch'esso in una danza incoerente e disordinata, quando osserviamo il reale alle scale più minute? Se la nostra idea di un Grande Tempo che fluisce non fosse che una specie di approssimazione, che ha senso solo su scale «grandi»? Se per scrivere le equazioni fondamentali che descrivono il mondo fosse necessario dimenticarsi del tutto della variabile «tempo»? In fondo, come aveva osservato Newton, non osserviamo mai direttamente il tempo: osserviamo solo posizioni di oggetti che si muovono, come le lancette degli orologi. Newton aveva ben scritto che l'esistenza del tempo è una «utilissima ipotesi» per mettere ordine nella complessità del reale. Se questa ipotesi fosse utile alle nostre scale usuali, ma non più a scale molto piccole o molto grandi? Se il tempo in realtà non esistesse? Un'idea altrettanto assurda che pensare che la Terra galleggi nello spazio.Il campo di ricerca che si occupa di questi problemi si chiama «gravità quantistica»: è il nome dato alla teoria che stiamo cercando e che deve combinare Relatività generale e meccanica quantistica in un quadro coerente. E' una teoria cercata ansiosamente da decenni, un «Santo Graal» della fisica teorica contemporanea. Negli ultimi sei-sette anni università e istituti di ricerca in tutti i maggiori paesi d'Europa - Francia, Germania, Spagna e Inghilterra - hanno assunto numerosi giovani brillanti che lavorano in questo campo. Non ovviamente in Italia, nonostante il fatto che fra gli scienziati più influenti in questo campo ci siano italiani.Recentemente, la gravità quantistica ha visto risultati spettacolari e incoraggianti. E' da pochi mesi rimbalzata ovunque, per esempio, la notizia che, utilizzando la teoria della gravità quantistica chiamata «a loop», è ora possibile calcolare cosa possa essere successo «prima» del Big Bang. Finora il Big Bang, l’esplosione cosmica di 14 miliardi di anni fa, rappresentava una frontiera assoluta della conoscenza, dove tutte le equazioni finivano per diventare insufficienti. Non così le equazioni della gravità quantistica a loop. Queste, scritte già alla fine degli Anni 80, combinano Relatività generale e meccanica quantistica e oggi si comprende che ci permettono di provare a studiare la fisica stessa del Big Bang. Quello che emerge dalle equazioni, con sorpresa di tutti, è la possibilità che il Big Bang non sia stato un vero inizio della storia del mondo, ma un gigantesco rimbalzo (un «Big Bounce») di un Universo che prima si contraeva.Le equazioni della gravità quantistica a loop descrivono la dinamica dello spazio come una danza di minutissimi anellini («loop» in inglese ). Nelle equazioni non c'è la variabile tempo. Le equazioni ci forzano, quindi, a ripensare da capo il mondo, senza mettere il «tempo» alla base della struttura della realtà. Se la teoria è giusta, il tempo non esiste. Il tempo è, come la velocità media dell'acqua di un fiume, nient'altro che una nozione media e approssimata, utile solo a scale molto grandi rispetto alla trama minuta del reale. Per comprendere questa trama minuta dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione che ci porti fuori dalle nostre abitudini: pensare il mondo senza pensare al tempo.Non sappiamo ancora se tutto ciò sia giusto. Osservazioni ed esperienze contraddiranno o confermeranno queste idee. In fondo, prima di verificare se Anassimandro, Copernico od Einstein avessero ragione, è sempre passato parecchio tempo. Ma continuiamo a cercare e a riflettere. La nostra ignoranza sul mondo è ancora immensa, ma la possiamo ridurre. Questo lungo cammino di conoscenza non è solo alla base della ricchezza delle nazioni moderne: è soprattutto, io penso, una delle avventure più belle che l'umanità abbia intrapreso.
Chi è Rovelli Fisico
RUOLO: E’ ORDINARIO DI FISICA TEORICA ALL’UNIVERSITA’ DI MARSIGLIA E MEMBRO DELL'ISTITUTO UNIVERSITARIO DI FRANCIARICERCHE: TEORIA DELLA GRAVITA’ QUANTISTICA A LOOP
mercoledì 21 gennaio 2009
Arriva chewing gum all'insulina
Diabete: arriva chewing gum all'insulina
Inserito da scienzetv il Ven, 16/01/2009 - 12:29
Inserito da scienzetv il Ven, 16/01/2009 - 12:29
MILANO -- Potrebbe essere una grande innovazione per i molti malati di diabete. Un chimico alla Syracuse University di New York ha chiesto il brevetto per un chewing gum contenente insulina legata alla vitamina B12.
Secondo quanto trapelato finora, la gomma durante la masticazione rilascia un ormone che permette di sostituire la fastidiose iniezioni di insulina finora usate della persone ammalate di diabete che entrano direttamente in circolo nel sangue. A riportare la notizia è stata la prestigiosa rivista New scientist. Gli esperimenti condotti finora sulle cavie hanno dato buoni risultati. Qualora fosse confermata l'efficacia, il chewing gum rappresenterebbe una rivoluzione per i diabetici. La malattia infatti costringe a iniezioni più volte al giorno: una vera e propria "tortura" di cui si farebbe volentieri a meno. Un altra novità in questo campo è l'insulina in pillola, che è in corso di sperimentazione alla Robert Gordon university in Scozia. I ricercatori mirano allo sviluppo di una forma di insulina da assumere per via orale. La resistenza della capsula che ricopre il farmaco garantirebbe che, una volta ingerita, non ci sia la rottura della pillola da parte degli enzimi presenti nello stomaco.Sono tre milioni le persone ammalate di diabete in Italia. Ma secondo la Sid (Società italiana di diabetologia) un milione di persone non sa di essere affetto da questa grave malattia.
lunedì 19 gennaio 2009
1947 IN FESTA
1947 IN FESTA
MISSIONE COMPIUTA
Questa mattina mi sono recato presso il Municipio del Comune per chiedere l’autorizzazione del Nulla Osta alla nostra Festa al Parco. Bene, in pochi minuti sono riuscito ad ottenere quanto richiesto. Ora avviseremo i più disponibili per stabilire le priorità e la prima organizzazione a grandi linee dei punti essenziali al progetto. Tutto questo, ovviamente, nella taverna di Enrico, in data da destinarsi, dove troveremo sicuramente “tarallucci e vino”.
Alfonso
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Questa mattina mi sono recato presso il Municipio del Comune per chiedere l’autorizzazione del Nulla Osta alla nostra Festa al Parco. Bene, in pochi minuti sono riuscito ad ottenere quanto richiesto. Ora avviseremo i più disponibili per stabilire le priorità e la prima organizzazione a grandi linee dei punti essenziali al progetto. Tutto questo, ovviamente, nella taverna di Enrico, in data da destinarsi, dove troveremo sicuramente “tarallucci e vino”.
Alfonso
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copia della domanda
AL COMUNE DI SOMMACAMPAGNA
OGGETTO: DOMANDA DI OCCUPAZIONE TEMPORANEA DEL SUOLO PUBBLICO
di mq 100 per posizionamento di sedie, tavoli e attrezzatura varia
Con la presente, chiedo, per domenica 17 maggio, l’autorizzazione per lo svolgimento di una festa privata riservata a tutti i coetanei dell’anno 1947 allargata alla partecipazione dei loro famigliari, da effettuarsi in luogo aperto nel Parco del Centro Sociale di Caselle.
Non potendo avere dati precedenti, non ho possibilità di prevedere anticipatamente un numero di aderenti preciso, posso quantificare in modo molto approssimativo la partecipazione di circa 60 persone.
La giornata prevede un pic-nic, con attrezzature da chiedere a noleggio alla Polisportiva Caselle, con, inoltre, classici ludici intrattenimenti, quali giochi, passatempi e canti.
Il tutto non ha assolutamente scopo di lucro, ma una alternativa al solito classico “pranzo e gita della classe”.
L’organizzatore responsabile
Chiesa Alfonso
OGGETTO: DOMANDA DI OCCUPAZIONE TEMPORANEA DEL SUOLO PUBBLICO
di mq 100 per posizionamento di sedie, tavoli e attrezzatura varia
Con la presente, chiedo, per domenica 17 maggio, l’autorizzazione per lo svolgimento di una festa privata riservata a tutti i coetanei dell’anno 1947 allargata alla partecipazione dei loro famigliari, da effettuarsi in luogo aperto nel Parco del Centro Sociale di Caselle.
Non potendo avere dati precedenti, non ho possibilità di prevedere anticipatamente un numero di aderenti preciso, posso quantificare in modo molto approssimativo la partecipazione di circa 60 persone.
La giornata prevede un pic-nic, con attrezzature da chiedere a noleggio alla Polisportiva Caselle, con, inoltre, classici ludici intrattenimenti, quali giochi, passatempi e canti.
Il tutto non ha assolutamente scopo di lucro, ma una alternativa al solito classico “pranzo e gita della classe”.
L’organizzatore responsabile
Chiesa Alfonso
sabato 17 gennaio 2009
2009 Festa al Parco
Nell’occasione dell’ultima cena di fine anno mi è stato chiesto cosa organizzeremo per il 2009 e ho proposto una festa al Parco di Caselle. Da diversi coetanei e coetanee l’idea è stata positiva, il nostro carissimo Elvio, che posso scherzosamente e positivamente sopranominare il “gufo”, durante tutta la serata mi elencava in modo pessimistico i vari inconvenienti che avremmo incontrato e che l’organizzare un tale evento sarebbe stato molto impegnativo e complicato, io controbattevo il suo scetticismo con ottimistica caparbietà.
Qualche giorno fa, Tiziano è andato in avanscoperta in municipio per chiedere le prime informazioni in merito; è tornato arrivando al mio negozio per darmi le informazioni richieste, sembrava un cane bastonato, aveva le orecchie che toccavano le spalle: “Dobbiamo rinunciare, hanno chiesto un sacco di documenti, la richiesta alla USSL di Valeggio, ai Vigili Urbani, alla SIAE, al Comune per gli spazi pubblici, al tal altro per alimenti e bevande, poi c’è da pagare questo e quest’altro”; con il mio innato ottimismo e la mia cocciutaggine le rispondevo che le richieste mi sembravano eccessive ma che con passo alla volta avremmo tentato di risolvere i problemi burocratici che ci venivano posti. Mi ha salutato con le orecchie che sorprendentemente sono ritornate al loro posto.
Lunedì ritorneremo in Municipio e inizieremo a tessere il mosaico che porteremo alla imminente riunione Carbonara nella taverna di Enrico.
Alla prossima missione.
Alfonso
Qualche giorno fa, Tiziano è andato in avanscoperta in municipio per chiedere le prime informazioni in merito; è tornato arrivando al mio negozio per darmi le informazioni richieste, sembrava un cane bastonato, aveva le orecchie che toccavano le spalle: “Dobbiamo rinunciare, hanno chiesto un sacco di documenti, la richiesta alla USSL di Valeggio, ai Vigili Urbani, alla SIAE, al Comune per gli spazi pubblici, al tal altro per alimenti e bevande, poi c’è da pagare questo e quest’altro”; con il mio innato ottimismo e la mia cocciutaggine le rispondevo che le richieste mi sembravano eccessive ma che con passo alla volta avremmo tentato di risolvere i problemi burocratici che ci venivano posti. Mi ha salutato con le orecchie che sorprendentemente sono ritornate al loro posto.
Lunedì ritorneremo in Municipio e inizieremo a tessere il mosaico che porteremo alla imminente riunione Carbonara nella taverna di Enrico.
Alla prossima missione.
Alfonso
giovedì 15 gennaio 2009
C'è vita su Marte
Spazio, Nasa:
"C'è vita su Marte"
"Microbi alieni vivono nel sottosuolo"
"Microbi alieni vivono nel sottosuolo"
Vita su Marte? Esisterebbe, sotto la forma di batteri, e la Nasa è pronta a rivelare la loro presenza. Il gas metano, concentrato soltanto in alcune zone insieme a vapore acqueo e ghiaccio, sarebbe l'habitat di forme di vita aliene. I batteri producono il gas come qualsiasi essere vivente sulla Terra. E sono tuttora vivi, perché il metano, altrimenti, tenderebbe a essere distrutto dai raggi ultravioletti in 400 anni.
La scoperta dell'Ente aerospaziale americano si basa sulle analisi da Terra attraverso il telescopio di Mauna Kea alle Hawaii e alle rilevazioni di satelliti che orbitano intorno a Marte. Già nel 2004, secondo il meteorologo Vladimir Krasnopolsky, che si è occupato dello studio, si era arrivati a ipotizzare che il metano marziano non potrebbe che essere di origine animale. Il gas misurato sarebbe prodotto da batteri, che vivrebbero in piccole oasi dove l'acqua allo stato liquido riuscirebbe a rimanere brevemente sulla superficie, grazie al calore solare o a sorgenti idrotermali, nonostante la bassissima temperatura del pianeta.Le aree di maggior concentrazione di metano, inoltre, si sovrappongono con quelle dove sono concentrati il vapor acqueo e il ghiaccio sotterraneo. Il cocktail perfetto per la vita, secondo la biologia. La recente scoperta della Nasa sarebbe stata aiutata anche dalle scoperte della sonda Mars Express dell'Esa, l'Ente spaziale europeo, che ha confermato con nuovi studi la sovrapposizione "significativa" delle aree con presenza di metano con quelle ricche di vapore acqueo.
mercoledì 14 gennaio 2009
Il vento disegna forme strane su Marte
Esperimento sulla terra: le forme sembrano erroneamente interventi intelligenti
E il vento disegna strane cose su Marte
Lo scienziato Andrew Leier: «È in grado di muovere i frammenti pietrosi ad altissima velocità»
La faccia su Marte in 3D (Afp)
MILANO - Notizie deludenti per gli appassionati delle stranissime formazioni geologiche marziane che periodicamente emergono dalle fotografie trasmesse dalle sonde in orbita. Per non lasciare nulla al caso e trovare spiegazioni attendibili un gruppo di ricercatori della Nasa e delle università del Michigan e dell’Arizona e della California hanno voluto condurre dei test nella galleria del vento simulando le correnti che spazzano talvolta con violenza i panorami rossi. “Bisogna tener conto – dice Andrew Leier dell’Università di California – che i venti per arrivare a certi risultati dovrebbero muovere i frammenti pietrosi fino ad una velocità di ottomila chilometri orari e ciò è praticamente impossibile”. Inoltre sono state esaminate anche diverse situazioni analoghe sulla terra .
I TEST - Il risultato della simulazione mostra che il vento riesce anche frantumare i materiali e poi a disporli in varie posizioni creando forme talvolta interpretate erroneamente come frutto di interventi intelligenti. In pratica il vento scava attorno alle pietre degli avvallamenti nei quali le pietre stesse rotolano rimanendo protette dalle dune sabbiose circostanti. La famosa faccia marziana, dalle fotografie scattate in tempi diversi dalle sonde si vede come il mucchietto di sabbia che genera illusioni muti nel tempo, proprio grazie alle correnti aeree. “Il tutto è caotico e semplice al tempo stesso”, commenta Leier aggiungendo che i test consentono di creare dei modelli numerici in grado di decifrare rapidamente quanto può manifestarsi nelle immagini. Insomma la natura riesce a superare e a sostituirsi talvolta anche alla fantasia umana.
Giovanni Caprara
I TEST - Il risultato della simulazione mostra che il vento riesce anche frantumare i materiali e poi a disporli in varie posizioni creando forme talvolta interpretate erroneamente come frutto di interventi intelligenti. In pratica il vento scava attorno alle pietre degli avvallamenti nei quali le pietre stesse rotolano rimanendo protette dalle dune sabbiose circostanti. La famosa faccia marziana, dalle fotografie scattate in tempi diversi dalle sonde si vede come il mucchietto di sabbia che genera illusioni muti nel tempo, proprio grazie alle correnti aeree. “Il tutto è caotico e semplice al tempo stesso”, commenta Leier aggiungendo che i test consentono di creare dei modelli numerici in grado di decifrare rapidamente quanto può manifestarsi nelle immagini. Insomma la natura riesce a superare e a sostituirsi talvolta anche alla fantasia umana.
Giovanni Caprara
08 gennaio 2009
(ultima modifica: 09 gennaio 2009)
martedì 13 gennaio 2009
Scoperto nuovo fiore in Trentino
Scoperto nuovo fiore in Trentino
Inserito da scienzetv il Ven, 09/01/2009 - 13:47
Inserito da scienzetv il Ven, 09/01/2009 - 13:47
ROVERETO -- I ricercatori del museo civico di Rovereto hanno annunciato di aver scoperto in Trentino un fiore di cui si era sentito parlare nei secoli scorsi ma finora sconosciuto alla botanica.
L'ultimo numero della rivista internazionale di botanica Willdenowia lo cataloga con il nome scientifico di Gentiana Brentae. Si tratta, infatti, di una genziana blu che cresce solo tra le rocce delle Dolomiti di Brenta."La Genziana del Brenta - affermano gli studiosi Filippo Prosser e Alessio Bertollie - è riconoscibile dal punto di vista morfologico e da indagini genetiche; e' estremamente rara e addirittura eccezionale in Europa in zone già studiate e battute da floristi e botanici sin dall'Ottocento, e dove sembrava che tutto fosse già noto."Caratteristiche peculiari e uniche di questo piccolo fiore dal colore azzurro sono le foglie spesse e ruvide al margine. Ma il massiccio del Brenta non è nuovo a queste "esclusive". Un'altro fiore, infatti, cresce solamente in questo habitat: la Nigritella rossa del Brenta.
giovedì 8 gennaio 2009
Allarme per il ritorno del morbillo
Allarme per il ritorno del morbillo
Inserito da scienzetv il Gio, 08/01/2009 - 13:25
LONDRA, Gran Bretagna -- Ce n'eravamo quasi dimenticati. Quella malattia dai puntini rossi fatta in infanzia, sembrava essere quasi debellata. E invece no: il morbillo si riaffaccia con veemenza sullo scenario europeo. Secondo studi recenti, i casi d'infezione si sono moltiplicati a dismisura nel solo 2008. E i medici annunciano una drastica ripresa dell'infezione.
Lo testimonia uno studio pubblicato dalla rivista medica britannica «The Lancet» che mette in discussione la possibilità d'arrivare in tempi brevi all'eliminazione dell'infezione dall'Europa. Secondo i ricercatori guidati da Mark Muscat del Dipartimento danese di epidemiologia di Copenhagen la situazione sul continente infatti sarebbe molto peggiorata. I dati raccolti in 27 paesi UE e in Croazia, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia sono preoccupanti. Oltre 12mila i casi di morbillo registrati nell'ultimo biennio 2006/2007. L'ottantacinque per cento dei quali in Italia, Germania, Romania, Gran Bretagna e Svizzera. Mentre dei sette casi risultati mortali, uno è avvenuto in Italia. Metà delle infezioni sarebbe originata da paesi dell'Unione. Mentre il 20 per cento sarebbe stato introdotto dall'Asia. In molte nazioni la ripresa dell'infezione sarebbe dovuta alla mancata copertura totale delle vaccinazioni tra i bambini, scrive lo studio «Measles in Europe: an epidemiological assessment». L'obiettivo dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) è arrivare all'eradicazione totale della malattia in Europa entro il 2010. Per arrivare a questi risultati raccomanda la vaccinazione antimorbillo per almeno il 95 per cento dei bambini di ciascuno paese.E' necessario, perché il morbillo può dare luogo a complicanze anche gravi. Si va dalle otiti alle polmoniti fino alle encefaliti. Complicanze che possono essere più frequenti se la malattia colpisce un soggetto in età adulta. Secondo lo studio un quinto dei casi registrati riguarda persone con più di 20 anni. Mentre stando ai dati forniti dall'OMS ogni giorno muoiono nel mondo 540 persone per cause legate al morbillo. La maggior parte di loro ha meno di cinque anni.
Risolto il dilemma "uovo-gallina"
Uno sguardo al cosmo primordiale
Risolto il dilemma "uovo-gallina" dell'Universo
Risolto il dilemma "uovo-gallina" dell'Universo
Grazie alle osservazioni, si è riusciti a risalire indietro di 13,7 miliardi di anni nella storia dell’universo e a misurare le masse dei buchi neri in rapporto ai rispettivi rigonfiamenti galattici
Sono nate prima le galassie o i buchi neri supermassicci che si osservano al loro centro? L’alternativa riecheggia quella più nota e che riguarda l’uovo e la gallina, ma in questo caso si tratta di una seria questione scientifica, risolta ora da un’ampia collaborazione di ricerca internazionale."A tutti gli effetti, sembra che i buchi neri abbiano avuto la precedenza”, ha spiegato Chris Carilli, del National Radio Astronomy Observatory (NRAO), in una sessione dell’American Astronomical Society, in corso a Long Beach, in California.Precedenti studi sulle galassie vicine hanno rivelato un interessante collegamento tra il buco nero al loro centro e il rigonfiamento centrale (bulge): sembra infatti che per ciascun sistema galassia/buco nero il rapporto delle rispettive masse sia all’incirca costante su un ampio range di dimensioni e di età.Per buchi neri con massa compresa tra pochi milioni ad alcuni miliardi di masse solari, essa è comunque pari a un millesimo della massa del rigonfiamento galattico che la circonda. "Questo rapporto costante indica che il buco nero e il rigonfiamento si influenzano reciprocamente per quanto riguarda la loro crescita”, ha spiegato Dominik Riechers, del California Institute of Technology. "La domanda che tutti si ponevano è se uno dei due processi di crescita cominci per primo influenzando l’altro o se il rapporto si mantenga costante durante l’intero processo.”Grazie alle osservazioni effettuate con il radiotelescopio Very Large Array e con il Plateau de Bure Interferometer, sulle Alpi francesi, si è riusciti a risalire indietro di 13,7 miliardi di anni nella storia dell’universo.
"Infine, siamo riusciti a misurare le masse dei buchi neri e dei rigonfiamenti per molte galassie così com’erano pochi milioni di anni dopo il big bang e le evidenze sperimentali suggeriscono che il rapporto costante osservato nel cosmo vicino potrebbe non essere valido nel contesto dell’universo primordiale: in esso buchi neri di recente formazione sono più massicci dei rispettivi rigonfiamenti, molto di più di quanto si registri nell’universo vicino”, ha concluso Fabian Walter del Max-Planck-Institut per la radioastronomia (MPIfR), in Germania. “Ciò implica evidentemente che i buchi neri cominciarono a crescere per primi.” (fc)
Sono nate prima le galassie o i buchi neri supermassicci che si osservano al loro centro? L’alternativa riecheggia quella più nota e che riguarda l’uovo e la gallina, ma in questo caso si tratta di una seria questione scientifica, risolta ora da un’ampia collaborazione di ricerca internazionale."A tutti gli effetti, sembra che i buchi neri abbiano avuto la precedenza”, ha spiegato Chris Carilli, del National Radio Astronomy Observatory (NRAO), in una sessione dell’American Astronomical Society, in corso a Long Beach, in California.Precedenti studi sulle galassie vicine hanno rivelato un interessante collegamento tra il buco nero al loro centro e il rigonfiamento centrale (bulge): sembra infatti che per ciascun sistema galassia/buco nero il rapporto delle rispettive masse sia all’incirca costante su un ampio range di dimensioni e di età.Per buchi neri con massa compresa tra pochi milioni ad alcuni miliardi di masse solari, essa è comunque pari a un millesimo della massa del rigonfiamento galattico che la circonda. "Questo rapporto costante indica che il buco nero e il rigonfiamento si influenzano reciprocamente per quanto riguarda la loro crescita”, ha spiegato Dominik Riechers, del California Institute of Technology. "La domanda che tutti si ponevano è se uno dei due processi di crescita cominci per primo influenzando l’altro o se il rapporto si mantenga costante durante l’intero processo.”Grazie alle osservazioni effettuate con il radiotelescopio Very Large Array e con il Plateau de Bure Interferometer, sulle Alpi francesi, si è riusciti a risalire indietro di 13,7 miliardi di anni nella storia dell’universo.
"Infine, siamo riusciti a misurare le masse dei buchi neri e dei rigonfiamenti per molte galassie così com’erano pochi milioni di anni dopo il big bang e le evidenze sperimentali suggeriscono che il rapporto costante osservato nel cosmo vicino potrebbe non essere valido nel contesto dell’universo primordiale: in esso buchi neri di recente formazione sono più massicci dei rispettivi rigonfiamenti, molto di più di quanto si registri nell’universo vicino”, ha concluso Fabian Walter del Max-Planck-Institut per la radioastronomia (MPIfR), in Germania. “Ciò implica evidentemente che i buchi neri cominciarono a crescere per primi.” (fc)
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